Volontà - anno X - n.2 - 1 settembre 1956

SCRITTORI SOCIETA' STATO Sono così pocl1e le ma11ifes1azio11i di apertura verso ima maggiore li– bertli che 11011 possiamo tacere ·di una ùti::ialÙJa della Societ<Ìeuropea di cultura che ebbe luogo a Ve11e::ia,dal 25 "l 31 mar::.o d,! quest'anno. Fu un incontro tra scrittori occide11tali e orientali. Vi parteciparono, tra ~li altri, gli .scrillori ruui Fedin, Polevo/, Alpatov e Volodin, il ro11umziere polacco Jaroslaw lwaszkiewicz e il poeta jugoslavo l'ttarko Ristic, Dena. pii,, numerosa rappresentanza occidentale ci limitiamo a segnalare Karl' Barth, }. P. Sartre, Mcrleau-Ponty, Step/ien Sponder, e, per gli iwliani, Giuseppe Ungaretti, G11ido Piovene, Carlo Levi e /gna::,io Sifone. L'intervento di Silone che qui riproduciamo, ver la sua vigorosa Jrancliez=a, ha evitato elle questo incontro non finiSJe in uno sterJle scambio di banalità astratte. Euo defi11isce con chiare:za in quale clima e in quali condi:ioni potrebbe irlcomi11ciare un «dialogo)) che fosse qualchttosa d'altro delle parate compiacenti ed el1uivoche organizzate troppo spesso aft'it1segna del «di.sgelo,, (N.d.R.), JNOSTHI COLLEGHI sovietici, in maniera esplicita, sono venuti a quest'incontro per arrivare a un dia– Jogo con noi. Per mio conto, posso dire di avere acceltalo l'invito con la stessa disposizione d'anjmo. Le no– stre prime sedute si sono svolte in un modo forse un po' disordinalo; ma nessLmo può accusarci che esse non siano state libere. È bene, penso, che il nostro primo incontro con degli scrillori sovietici abbia avuto questo carattere, nello stesso tempo, libero e improvvisalo. Non dimentichiamo che noi tutti siamo qui a titolo indi– ,,iduale. In altri termini, nessuno di noi è un delegato; non esistono, non dovrebbero esistere, tra noi, gruppi frazioni <lelegazioni. Vorrei che que– sto fosse anche il sentimento sincero degli scrittori russi qui presenti. Che e.ssi si considerino, come noi, singole persone e non membri di una delega– zione. Noi ci troviamo qui per par- !arei (raucamente, per rivolgerci del– le domande e darci delle spiegazioni. Posso assicurare i nostri colleghi rus– si che nessuna delle loro domande resterà senza risposta, almeno da par. te mia. Cultura e discuSt:ionc Questa introduzione .sembrerà a qualcuno superflua? Infatli sarebbe impossibile concel>ire un libero uo– mo di cuhura senza una disposizione pcnnanente al contraddittorio. La di– scmsione è la condizione stessa della nostra vii.a culturale. Una cultura ch·e chiuda gli occhi e le orecchie, una cultura che si rassegni a un'ignoranza volontaria di realtà spiacevoli e non sia disposta a rispondere al1e criti– che, è una lingua morta, un sepolcro. Ma proprio questa è la situazione in– Celice e disastrosa della cultura nei Paesi totalitari. Va però da sè che 97

RkJQdWJsaXNoZXIy