Volontà - anno X - n.2 - 1 settembre 1956

no scorso circa 1111 ettaro di campo seminato a grano, con una m.ictitri– c.-e privala che ivi si trovava per u· sarla. La r,roduzione per cllaro (u in media di 24-25 <1nintali. A tanto quindi ammontò il danno causato dall.inccndio all·assegnatario. Gli forono da1i, come indennjzzo del danno ,.ubito soltanto 2 (dico due) <1uintali di grano, che al prezzo di lire 9."150 per quintale raggiungevano la somma di lire )8.300. Come si ve. de, a momenti non gli !)agavano nemmeno In quola pagata per l'as• ,.icurazione. È vero che a 1>agare di– rettamente fu la società assicuratrice: ma in base a <1ualecriterio i dirigen– ti del!" Ente fanno i contratti assicu– rativi l)er conto degli assegnatari? Si tenga presente che gli assegnarnri so– no obbligati ad e&erc consociati in cooperati,·e amministrate dall'Ente stesso. Un altro assegnatario, Ficco Savi. no, prese dall'Ente Kg. 7 di s1>ago per la mietitura, e malgrado che 1o 1>agòdo1>0 appena 48 ore gli furono addebitate, quale interesse, il valore di 700 grammi di spago. L'insieme spiega il progressivo in– ·'t>J-.:1.. ... m~~ .. ,n .-li nnP..;:.t-i rlOVP.ri lavora. tori, che si erano illusi di aver assicu– rato finalmente un tozzo di pane per loro e le proprie famiglie. Agguingasi infine il fotto cl1e sul terreno espropriato dagli Enti della nostra zona gravavano 100.000 gior• na1e lavorative, in virtù cli un decre– to prefettizio per la massima occupR– zione della mano d'opera agrieolu. Giornate lavorative che anda,,ano a beneficio di tutta la categoria dei braccianti, e che ora sono ... sfumate. Ern nhrcltanto lavoro e <1uindi pa– ne che ora non c'è pili per i braccian. I i che non hanno avuto la terra, l)c·r cui la loro disoe<:upazionc è aumenta. tn, pur essendo già prima molto gra– ve. Questo è il <1uadro, scheletrico e minimizzato, delle condizioni causate ai contadini dalla tanto strombazza– la rifonna fondiaria. r commenti al lettore e... all'elet– tore! MICHELE DAMIANI MANICOMIO Proprio ci Ei chiede re i 1u1ni son nei manicomi, o in,·ece nelle s1rade. Ogni giorno i giornali son pieni di ucci!ioni, iJ fra1cllo che uccide i fratelli, il figlio che uccide i i;eni1ori, l'innnmornto che uccide l'inniimornta, il sndico che uccide un bambino. E, 11nrallel:une111eII ques10 11111u11cro, l'uhro massacro cui si dedicano i fanntici delle macd1ine: im•CJlimenli mortali, in serie senza fine. Neuuno ossena che gli stessi gfornali, in p:ag\ne divcne dalle cronache di 1ali massacri, con1inuano ad esaltare la pou:nu mili1are e 1>olitic,1:(cioè la guerra) e la ,•eloci1i'1. 1 11azzi in vacanza cui dobbiamo le a1roei1i1d'ogni giorno sono o 11nzzi-di-gucrra, awelenati dall'ossetsione della violemm in cui 1011vissuti, o pau:i-di-veloci1à, avvelenati dall'oucuione dei meccanismi di cui sono inviluppali, Ma son così 11ochi a ,·edcrlo. 89

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