Volontà - anno X - n.2 - 1 settembre 1956
posti infimi della gerarchia. Ma d.ove inn~ce la gerarchia funziona (conosco ancora oggi un grande stabilimento in cui i dirigenti accettano di parlare per regola sempre col tu a tutti i sottoposti, i quali ancora acoellano di ri– spondere col voi o col lei secondo i casi}, come tutto si raggela si mortifica. Come sopratutto la responsabiliti1 di ciascuno si dissolve, l'amore al lavoro sv:misce, i buoni risultati sono soltanto sulb carta. Come invece tutto fiorisce, sia pure vivo di contrasti, dove (casi di que– Slo gl'nere sono già reperibili) la Liberti, rimane la regola, che ognuno badi al suo compito ne risponda pienamente -,ia apprezzato dò che fii, ma senza barriere, tutti uomini tra uomini col senso d'un la,•oro comune. t questa la 1>remessa della J<'abbricn-comunità. 11 primo atto ,·erSo la fabbrica-comunità è proprio, a mio avviso, il rilìuturc così Ja fabbrica-congegno rigidamente strutturata in gerarchie ed in carte. go,·ernata dal criterio unico del rendimento ottimo globale <lcll'in– sieme m:1cchine-più-uomini. Subito se consegue: rifiutare arrestare i controlli interni della Cnbbrica non solo a (1uclln estensione e profondità in cui cominciano nel essere non-e. couomici, ma anche, (e sopratutto) nl punto in cui tendono a rendere su– perflun l 'attenzione.la memoria delle persone im1>egnate nel lavoro. Si to– glie allora n chi lavora il <1unntodi iniziativa e di rischio senza cui non v'è piii operare umano. Si profila con ciò preminente un criterio-di-misura che dovrebbe mau- 1.encrsi alla base di ogni valutazione di fabbrica in <1uanto comunità di la– voro: il suo rendimenlo complcuivo uma,io. Quanto dii di gioi.:1-del-lavoro a cl,i vi è impiegato, iu111111z·itutto. Poi s'intende anche quanto da essi prende di tempo di fatica per pote:- offrire il meglio ai suoi clienti, in competizione con le ahre fabbriche. Cioè la ri– chiesta dell'optimum di cUìcic.nzn si socldisfi sul piano dell'umano, che in– clmle la macchina-strumento, non su quelJo meccanico che riduce la per– sona acl ausilio di macchina. Da tale criterio deriva un indirizzo che contrasta con moltissime fab– briche in atto: assicurare (e (:Onservnre con coraggio) nella fabbrica il <1uan- 10 di aperto di flessibile - cd anche il quanto di errore - che la manten– gono umana. Cioè tener ben viva sempre, non solo nei propri giudizi ma anche nel– l'agire cioè nei latti della propria a11ivi1Z1 quotidiana, la <liversità profo11da tra l'ordine-meccanico e l'ordi,w-u.man-0: vivo questo ed includente la di– versiti1 delle persone nel giudicare e nell'operare; rigido, fisso, di cose ad nn sol viso, l'altro. Cioè ancora: attenti sempre :1 non lasciarsi attrarre dai circei concetti d.i « e[fìcicnza » (meccanica) sul terreno sci,•oloso del concc1>ire la fabbrie.a come un meccanismo esistente di per sè,ncl quale gli uomini vanno inscrffi iu modi che ne assicurino od uumentino il rendimento, cioè come elementi 78
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