Volontà - anno X - n.2 - 1 settembre 1956
passeggiamo per mezz'ora, poi parleremo, ho bisog,io ,li ritrovarmi, ora wn proprio ancora un'apperu.lice cli macchina.. Che avesse poi wui casa-bel– la, ben riscaldata, e radio e frigorifero ecc., era forse compenso per una tale mutilazione per sì gran tempo della sua vita? (E, tra parentesi, com'era invece più contenta del suo lavoro, e per molti rispetti più t,Jva, sua mo– glie, parucchiere in un Istituto di bellezzci per signora, che acl ogni testa da acconciare aveva un problema nuovo da risolvere). E quanti mornenl,i, in tale vasta rete d-i impressioni. illllrsigliu. Fiere=:w degli operai e clegli ing ~gne.ri in, giro sulfo nave trasformata: no,i guardandosi l'un l'alt:ro soltanto., mci anche e sopratutto mostrando gli uni e gli altri la nave alle famiglie agli umici accompagnan– doli in r;iro. Soddisfaz:i<me del lavoro compiuto, ,wn solo comune et-tutti i fovoratori ma riflessa in cerchi più mnpi, nelle relazioni.i personali di c!a– scww. frrea: la l>iblioteca di fabbricn, co,nplessa ma articolata nei cutaloghi in varie sezioni ,wn libresche; e biblioteca ·viva, con le riviste attuali. J{aveuna: l'officina dove tu,tti gli operài del nudeo cli personale-fisso fanno molti mestieri, di volta in volta ad es. ww ritrovato all'opera o come carpentiere o come ragliatore ad ossigeno e come 1.ubisla o come saldatore nletirico (ed anche manovale, s'intende) ecl wialogam.ente per i meccanici. Che ·vivacilà che intensità che u.nwnitcì in questo lavoro a cui ciuscuno Ufr porla tutto sè, in umi 1.ensio11,e continua delltt sua volontà: primo fra tuui il ,e principole )), anche lui sempre stil posto. f\lapoli, il primo lavoro di umt'wmi fa: nella notte chiara gli operai che cantava,io, <tccompctgna,11do l'opera di gioi<t. S1mderlaud: ltt fabbrica-famigliu che sta perdendo la sua anima, via via che i vecchi se ne vanno (primn il dirett.ore, poi i capi o/ficimi, poi gti opemi) e li surrogano giovani organizzatori-organizzati, dirigenti che vo– gliono tutto pianificato in anticipo, opemi che son tirati dui Sindacati co– me marionette. S'nv-verte lo !iVmiire cli WHi citmosfera, il suo surrogarsi con un'altm. Maggiore diventerà certo col tempo (per ora nemmeno questo è raggiunto) l'efficienza-produttiva. Può anche darsi clte fabbrichino motori migli.ori di quelli d' una volta in cui confluivano idee estrose del prin– cipale, del direttore, cli Imi.ti 01>erai (per ora 1wn. pare). Ma clave sctrà cm-– data f(l}itica comune gioia del lavoro? Trieste: lo stabilimento che ripartt navi con un minimo di organizzn– zione (cli cartu) ed un massimo di efficienza. Quanti più sono, relativamente ad alt.ri ~tabilimenti più « organi:::.zati », i vi-si lieti sul lavoro, di genie che f<i con piacere quello che fa - perchè molti hanno di fatto conservato un cmnpo di iniziativa, sia pure minimo. Detroit: l<i jabbrica d'auto. Anche l'uomo senza gambe vi ha il imo posto di lavoro, mi si dice anche il cieco. Bello, dicono, Ma ciò è possibile sopratutto perchè la fabbrica è così congegnat<i che a tanti chiede di di– menticarsi d'aver occhi e gambe mentre ripetono - schiavi del ritmo della .76
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