Volontà - anno IX - n.9 - 1 marzo 1956
meridione siano diversi da quello di un tempo, quest'uomo fortemente legato ad i suoi interessi di grosso agrario si sforza di dimostrare come non possa assolutamente nutrirsi al– cuna ,fiducia nel popolo contadino ed operaio, aLavicamente sanfedista, e manifesta sempre, sia pure inci– dentalmente, giudizi negativi su que– ste forze sociali che si andavano gra– datamente ma decisamente costi– tuendo in classi. Nonostante le dimostrazioni dico– scienza e di forza, nonostante gli scioperi cui partecipavano attiva– mente anche i contadini ed i brac– cianti, nonostante le adesioni ope– raie e contadine al movimento so– cialista, Giustino Fortunato continua a rimanere ancora sordo e cieco di fronte all'evolversi della società del suo tempo. Egli attribuisce i loro successi sol– tanto alla persouali1~1 degli esponen– ti del movimento socialista e non già ali' entusiasmo che quel pro– gramnia politico cd economico su– scita in determinati ambienti socia– li, e si illude che sia possibile evi– tare il diffondersi di tale ideologia tra i ceti meno abbienti e pili sfrut– tati del suo Paese 9 continuando ad ignorarne il problema. Tale suo atteggiamento sarà co– stante: neppure dopo la prima guer– ra mondiale, quando la trasforma– zione sociale preoccupa seriamente la grossa borghesia conservatrice, Giustino Fortunato vorri:, accorgersi di quanto sta accadendo intorno a lui. 10 Egli sarà contro il fascismo, ma ' Cfr. il mio te lell<'r<' rii C. F. ad €ti"· re Cit;cotti, Napoli, 1953. 1 ° Cfr. lntrodu:.ione ai.I Azimonti e tet– tere ciL 506 non solo perchè il fascismo è anti– democratico; anche, e sopratutto, pcrchè egli ritiene che il nuovo re– gime sia decisamente contro gli in– teressi dei grossi agrari. Giustino Fortunato e suo fratello Erneslo posseggono migliaia di etta– ri di terreno nell'alta valle dell'O– fanto. Quei terreni sono gravati, a suo giudizio, da tributi enormi. La pressione fiscale .aumenta, impossi– bile la vita a chi, proprietario di . grosse aziende agricolf". vive sul la– voro e sul sudore dei coltivatori del– la terra. Guai a <-hi lede i suoi intcre~si. La miseria dei f'Ontadini, lo sfruttamen– to del Mezzogiorno, tulio passa in seconda linea quando si minacciano ~li interessi di Giustino Fortunato. Quando i contadini cli Lavello, a~– selati alJora come oggi di terra, !-i rivoh:ero al Prefetlo di Potenza per ottener<> in coltivazione terreni in– ,·olti di proprietà della famiglia For– tunato, Don Giustjno manifes!Ò il suo animo reale, decisamente con– servatore ed ep;oista: s<-rive infa11i ad Ettore Ciccotti il 30 J!ennaio 1927, 1t Il dirf'ttor(> dellu Ca11e<lra.A 111- bulante d'Agricoltura di Poten::.a mi .•wris:w lt nome r> da parte ... riel Signor Prefetto, qualmente il Si11docato Awicolo Fascista di Lo– vr>Uogli 01.wsse chiesta lt, couces– siorie di ben 240 ettari. lascia.i.i in abbandono ed incolti, della mia te- 1wta di Gaudiano. 1..a solita. eterna storin: ogni saldo, ogni pascolo è in– colto, non solo pel povero semisel– va[!.gio nostro r;ontadiname, ma Of!· {!i, anclre per i superuomini della Baua;dia del Grano >>. 11 11 Leuere cli C. F. cii., p. 12.
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