Volontà - anno IX - n.9 - 1 marzo 1956
un futuro pili o meno prossimo a quelle forze sociali che, pur avendo partecipato attivamente alla fotta contro la classe feudale, rimasero soccombenti di fronte a quelle che finirono col sostjtuirsi agli antichi padroni. Di fronte a questa eventualità - l.'he egli non manifesta mai, quasi dH.· ignorandola pos@aevitare che si verifichi - Giustino Fortunato si ribella allo Stato a1t1rnle 1 ma non per<'hi· lo vorrebbe abolito o perchè vorrebbe immelten,j nuove istjtu– zioni, ma sol perchè lo Stato non è, 8econdo lui, in grado e in condizio– ne di comprendere che la formazio– ne cli una classe media, così come da lui auspicata, coslitnisce l'nuiea soluzione atta a rafforzare la ricca borghesin che ha costituito e dovrà ,·oi-;1i1uirc ancora la spina dorsale dello Stato Italiano. Giustino Fortunnto, non tenendo in alcun conto gli interessi e le a. spirazioni degli altri ,·e1i sociali, ri– tiene ('he la ricca-borghesia dovrù es~erc salvaguardata e llllclata nei propri interessi e nella propria ege– monia economica oltre che politica mediante la formazione di una sana media borghesia alla quale sia affi– dato il compito di svolgere attività fondamentali, ma non preminenti nella vita dello Stato, la cui dire– zione dovrà continuare ad essere af– fidata alla ricca-borghesia, terriera e capitalista. Conservatore intelligente ma non illuminato, egli omette sostanzial– mente di esaminare gli aspetti essen– ziali della vita sociale ed economica del 15UO tempo. Per lui non esjste altro problema che quello di costi– tuire una sana forza media che eia posta sostanzialmente al servizio dei grossi proprietari lerricri e dei ric– chi industriali, ni quali soltanto de– ve competere l'onere di reggere le sorti del Paese. Egli non dimentica mai le sue o– rigini. Von le dimentica neppure tjlllmdo si batte pcrchè lo Stato prov– veda a dare qualcosa alle abbando– nate regioni del Mezzogiorno. Non le dimentica neppure <1utmdo muo– ve le critif'he più aspre alla politica governati,•a. Egli non dimenti<·a mai le sue o– rigini. Egli rimane ancora saldamente le– gato alla mentali1i, dei suoi avi eh<·. liberali prima della promnlgazione · delle leggi everi-ive della feudalità, mulorono radicalmcnle il proprio atteggiamento nel decennio francese, per effetto delle ccnsuazioni diven– nero grossi proprietari lerrieri e (i– uirouo con l'assumere una posizio– ne conservatrice e reazionaria che procurò loro il car('cre cd un pro– cesso dopo il 1860. Legato a questa mentalità, che de– riva dalla necessità di salvaguardare grossi interessi,' Giustino Fortunato considera ancora il contadino come lo si considerava ai tempi in cui gli uomini migliori della nostra borghe– sia affrontavano il carcere e l'esilio per ottenere una qualsiasi carta co– stituzionale. Nonostante oell' intimo egli senta i I contrario, cioè si accorga che il ceto contadino ed i I bracciante del ~ Cfr. lntro1l11ziont: del F'or1u11a10 a Az1- ,w,1·1, Il Mez:ogiorno agrario r1uale è, Ba– ri, 1919, 505
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