Volontà - anno IX - n.9 - 1 marzo 1956

anche dubitare sulla capacità del po– litico e, dobbiamo avere il <'oraggio di riconoscere, sulla obbiettività del– le sue conclusioni.• infatti, quando si vuole scoprire il risultalo posi1ivo della vasla ed audace atLività a cui egli dedicò tut– ta In sua esistenza e tutta la sua in– telligenza, si è portati purtroppo a chiedere quale soslanzialmenle sia stato ìl contributo apporlalo da que– st'uomo - che è pure ritenuto tra i maggiori. se non pro1>rio il mag. giore meridionalista del suo tem– po - alla soluzione concreta di quel vasto e compJeqso problema che va inteso come la Questione Meridio– nale. Quest'uomo. che riesce n mante– nere una condotta politica sempre uniforme; che osserva scrupolosa– mente nella vita pubblica ed in quella privata le norme morali qua– li .,ono, in astratto, intese dal1a men– talità borghese del suo tempo; che condanna quel sistema politico ba– sato sulla corruzione e sui (avoriti– smi; che denunzia lo stato miserri– mo in cui versano le popolazioni meridionali; che dimostra come l'o– rigine di questo male sia da ricer– carsi in una errata concezione po• Jitica, conseguenza di un inveterato sistema di sfruttamento; quest' uo– mo, che ha sostanzialmente intuito la vera origine storica della Questio– ne Meridionale, è davvero soltanto un pessimista ed un incompreso, o non è anche e sopratutto un teorico insoddisfatto - insoddisfatto per– chè ha coscienza di non-voler pro– porre per la soluzione della Que- ' cfr. il mio La complessa figura ,Li C. F., in Cliiare::a, a. I, fase. 12 (dic. 1955). stione MeridionaJe quella che deve– dedursi dalle sue premesse come la sola vera possibile soluzione? Dopo avere ricercato le origini cd essere riuscito ad iudi,•iduare Je cau– se sostanziali delle condizioni in <'ui versano le popolazioni del Mezm– giorno <l'haJia, quando egli dovr('b– be proporre una soluzione che ~ia la couseguenza logica dei risultali cui è pervenuto, <111estasoluzio11t' non propone; e non perchè non la • senta. ma solo perchè non riesce a dimenti<-are, od almeno a po~porrr ad interessi maggiori, i propri in. leressi, quella della sua famiglia " quelli dei suoi elettori. 1 Questi in– teressi non debbono essere lesi. :m– <'he se sono indissolubilmente legati al sistema economico-sociale impo– sto nel Mezzogiorno d'Italia. È proprio questa posizione con– trastante tra la verità rilevata dallo storico e gli interessi per la cui tu. tela egli è mandato al Parlamento; che rende incompleta l'opera di Giu– stino Fortunato. Egli è riuscito, è vero, ad indi– viduare le cause che cronicamente i.ndeboliscono In classe dirigente. Però, pur avendo posto in evidenza il male, vuole conservarsi compJc· tamente indifferente di fronte i ten– tativi che forze nuove compiono per sostituirsi alla classe dirigente cui egli appartiene. Egli sente nel suo intimo (_•he, perdurando quello stato di cose che egli continuamente denunzia, l'ege– monia politica finirà per passare in 1 Cfr. in pro1>osito l'episodio riporrn10 in uoa nota di F. Guuo su G. F., in Chiarc:– :rn, a. I. fase. l (Coscnzn, gennaio 1955), pp. 5-6.

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