Volontà - anno IX - n.8 - 1 febbraio 1956

I giurati di Sumner, con il loro verdetto, si conformarono alla tra. dizione che vuole che un negro ab. bia sempre torto, anche quando vie• ne tratto cadavere da un fiume. Que• sta volontà manifestata dai giurati di non urtare i secolari pregiudizi dei bianchi verso i negri, venne ben espressa dall'avvocato difensore dei due fratellastri, quando, nel calore della sua difesa, ammonì il tribuna– le, con queste parole: « Se voi con– danntiste questi due uomini le ossa dei vostri antenati si rivolterebbero nella tomba ». Il verdetto di Sumner fu giudicato una « vergogna >) in America e qua• si in tutto il mondo. Esso poteva in– terpretarsi come una legittimazione dell'odio dei bianchi verso i negri, del fanatismo razziale che porta i primi a credere di aver diritto di vita o di morte sui secondi. E la gente che protestò e si indignò per quella assoluzione sperava almeno di veder condannati i due colpevoli per reato di « rapimento », che com– porta anche la pena di morte. Difat– ti, in questo caso nessun dubbio po– teva sollevarsi sulla co]pevolezza dei due bianchi poichè essi stessi aveva– no ammesso di :1ver prelevato il gio– vanetto negro dalla casa in cui vi– veva. Ma anche nel secondo processo che ii è svolto a Grcenwod, ('Missisi– pi) nella prima decade di dicembre, il tribunale, con una giuria compo– sta anche in questo caso di tutti i bianchi, ha emesso un verdetto di asso]uzione. Giudici e giurati han– no ceduto all'opinione della popo• !azione bianca fortemente contraria alla condanna dei due bianchi. Non saremo certamente noi a scan- dalizzarci per questi verdetti ingiu– sti ed a protestare per la mancata condanna dei due assassini. Sappiamo che in tutti i paesi ael mondo ciò che si chiama « la giusti– zia » è, più o meno, amministrata secondo criteri superstiziosi, di par– te di religione o di razza, al servi– zio del Potere e del Danaro. D'al• tronde pensiamo che non è con una condanna che si cancellano i fana– tismi e gli odii razziali. Ci vuole ben altro. La· schiavitù dei negri è stata le– galmente abolita; il governo di Wa– shington si è sforzato e si sforza di realizzare l'uguaglianza delle razze negli Stati del Sud. Ma ciò nonostan. te la segregazione rimane nel costu– me, ed i negri continuano ad avere le loro scuole, le loro chiese, i loro ristoranti ed alberghi, i loro mezzi di trasporto, ecc. ecc. Il 17 maggio 1954 la Suprema Corte (la più alta autorità giudizia– ria degli S.U.) all'unanimità dei suoi nove componenti aveva emesso una sentenza proclamante il principio della non-separazione dei ragazzi negri dai bianchi nelle scuole, ma questo principio non ba avuto una applicazione pratica integrale quasi da nessuna parte. (( Ora, vi sono nella Confeclerazio– ne ben J 7 stati i quali ordinano cou. leggi speciali la segregazione delle razze nelle scuole pubbliche. In al– tri quauro star.i (Ari:ona, Kansas, New Mexico e fflyoming) la segrega.– zione è permessa. Soltanto in sedici stati è la segregazione per motivo di razza espressamente proibita. Alcu• ni degli stati colti in flagranza han– no seguito l'esempio del District o/ Columbia (che comprende la città di Washington) e si sono messi all'o- 439

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