Volontà - anno IX - n.7- 1 dicembre 1955

tcrie maggiori. più diversi raccordi con le case coloniche vicine al suo tracciato, con lievi pendenze. Giù iniziata prima che il campo comin• ciassc, e non terminata alla sua fine (la durala effettiva del campo è stata cli circa due mesi), i lavori sarebbero sl11li continuati dai volontari di una allra associazione, la tedesca Nor• thilfo, che aveva un campo poco so• pra il nostro, per altri due mesi (set• tembre e ottobre) e quindi ripresi, all'inizio della primavera, dagli ahi• · tanti del luogo. cioè dai più interes– sati. Il Javoro era di otto ore al giorno (dalle sette alle dodici, dalle due al. le cinque), <1uattro (dalle sette alle undici) il sabato: frangizolle, picco– ne e badile, trasporto di terra e di pietre cou la carriola, pose cli pie– ! re ai margini della strada, getto di ghiaia, ecc. Non faticoso, dopo i pri. mi due giorni di esercizio; e diretto da llll capo-cantiere intcJJigente, un trentino, cittadino ausLriac9 da sem• prc, l'unico che percepisse una paga. In effetti, però, le otto ore si riduce– vano a sette, poichè sia la matlinn ohe il vomeriggio si cominciava con qualche minuto di ritardo e inoltre alle nove e mezzo e alle tre e mezzo si foceva una sosta per il té. Non llltti la,•oravano di buona lena, talu• ni lcnlamcnte, qualcuno, ·specie tra i pili giO\•ani (sedici, diciannove an– ni: !"età media dei partecipanti era tra i ,•enti e i ventisei, con qualche punta sino oltre la quaranlina) ap– profit1ava, proprio come alla scuola, t1i ogni volta che il capo-cantiere voltasse lo sguardo, per rallentare o l'iposare. Ma in generale il 1avoro era compiuto con interesse, essendo per la massima parte dei volontari 386 (studenti, insegnanti, impiegati, nes. sun operaio, un contadino s,•edese) una cosa nuova e un ottimo eserci• zio di ricambio ai Jimilali moviil1en• ti della vita d'ogni giorno; nonchè un eccelJente mezzo - vietato al tu– rista - per conoscere gli alLri vera– mente. Sul piano economico mi pare che il nostro lavoro non Cossepassivo per l'ente locale (comune o provincia o ambedue, nou ricordo) finanziatore: tenendo presente che un manovale austriaco della categoria prende,·a sette scellini (1 scellino=25 lire ita. liane) all'ora. Ogni volontario, lavo. rnndo effettivamente sette ore al giorno, si guadagnava quindi qua• ranlanove scellini: elci quali anda– vano detratti il costo della sua ine– sperienza, so1,ratutto nei primi gior– ni, quello di due compagni a turno, quotidianamente addetti ai servizi del campo, e il vitto per cui venivano passati tredici scellini al giorno a persona (l'alloggio era offerto gra– tuitamente dagli abit.anti del luogo): così che si può calcolare in 25 scel– lini (625 lire italiane) circa il van• tag:gio netto derivante alla comunità dalla nostra attiva presenza: 49 scel– lini, meno i 13 clel vitto, meno 10-11 degli altri oneri. Calcolo forse un po– co ottimistico, ma non troppo. Il numero dei presenti è variato, durante la mia permanenza, da una ventina a una decina: per dare una idea della loro varietà, ci sono sta– ti: cinque dnuesi, quallro sl.ntuniten. si, tre olandesi, Ire francesi, due in– glesi, due egiziani, due svcclesi, una svizzera, nna finlandese, un austria– co, un italiano. La 1>crccntunle delle donne (non solo ragazze; una, mol– to attiva, sulla quarantina) hn oscil-

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