Volontà - anno IX - n.7- 1 dicembre 1955

ipnotiuare dalJe utopie del comu• nisrno. li problema quanti di que1ti uo,. mini siano pron1i, in caso di un'a• cuta i·risi interna, a battersi con le armi per il sistema, trovn risposta nel richiamo all'esperimento, istrut. tivo anche sotto <1ucsto profilo, del l7 giugno. li governo tcdcsco.sovie. tico si fonda, nclJa sua politica, sup. pcrgiì1 sullo stesso 15% della popola• zione comples.sh ,a. Ora, il gioroo della rh,olta, risultò che 10)0 pocltl erano pronti a rischiare la vita per il eL:1lcma. Cli operai di opposizione della UR S, i contadini oppressi, la resi– st('nz:1 degli intellettuali e dei grup• pi n:u:ionnli sovietici, i detenuti nei <·mnpi di pena dell'Unione Sovic- 1ic,1 sono muti. 10n possono esporre :1ll 1 opinio11c pubblica mond.iale le 1>ropric rivendicazioni. Ma nel loro programma, per realiz:iare il quale re/ile dei popoli .sovietici conduce, in condizioni dure o a prezzo di grandi sacrifici, un'aspra lotta sot– terranea, traluce già l'avvenire di un nuo,•o Oriente liberato dal comu. ui.smo: 1) « Le fabbriche agli operai ». Creazione di Consigli liberamente eletti di lavoratori per la conduzio• ue delle aziende. 2) « •La terra ni contadini ». Scio– glimento dei kolkhos e nomina di comitati di contadini per la divisio– llt.' della terra. 3) « Il J>Olerc al popolo>. Elezioni libere e segrete per Je rappresen. tanze popolari iudi1>endc:nti dei po– poli dcli' Oriente. Formazione di go,·erni. iJ) Eliminazione della J>Olizia se– greta. Garanzia della libertà perso- 1rnlc per ogni cillndino, della Jibcr• ti1 di stampa e di p11roln. 5) Disarmo 101alc, Tr11dornrnzioue dell'industria nel senso della produ– zione di pace. 6) A1>ertura delle frontiere. Stretti rapporti economici, cuhurali e di amicizia coi J>Opoli dell'Occidente. GIUSEPPE SCHOL:\IER (Oai Rc:soc()nti della Co,1/crcn:11 fotcrna:iomde per • L'avi.:enire della libertà » te– nutusi 11 :\li/0110 dal 12 fil 17 :scltembrc u.:s.). AFFINITÀ 11 1i1nor Ehrard1, ministro delle 1-~in■ni.e in Cerm1ni1 per conio di un Partilo cui la Chieaa c111olica auicura la ,ua 1uida 1piri1ualc, è r«eotcmente venu10 in llali1 per con,·e:raaz.ioni con il Co,·erno italiano (che dilla atcua Chieu ,i r. così tenacemente ispirare). E ti ditt abbia ge11a1ele basi per larghe partec:ipuioni tedesc.he ai hiaogni finanziari dello Stato italiano. i aenle anche dire che la forma di tali p:ntecipaz.ioni urebbe nuova, I denari ver• nhhero prettati • societ.a nominalmen1e priv11c, che li impie1herebbero in opere-pro• d1111ivein halia, in modo da re11iu:11redue conclusioni parallele: primo, re11i1uirti i ca– pi1111ipre11a1i; secondo, passare &li utili al partilo (DC) ed alle ■lire auociationi (AC, ccc.) che la Chiesa fa agire 1e111pre1>iùca11illartnentc e co11011mcn1eper aucrvire a tè Il 11opolo it11liano. L■ lctionc di ciò che annlog1men1e ha fauo lo Stato ruuo con il PCI darebbe così i 1uoi fruni. Con l'aggrnanle che i preti tedetchi, peggiori io questo dei comunisti ruui, non farebbero regalo dei loro aiuti, pre:11erebbero aolunto denaro .•. 380

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