Volontà - anno IX - n.7- 1 dicembre 1955

Resta da vedere se <1uesta lraccia d'azione riuscirà a trovare un'organiz– za1;ione piìa snella e più vigile per lradursi in 01:.era. A volte si ha l'impres– sione che certe cose siano delle cosi per dire, per buttare dell'altro incenso sul Cuoco dal momento che l'aria di nuovo si è fatta viziata e maleodorante. C'è, J>er esempio. la <Juestione deJla riduzione delle ore di lavoro set– timanali da 48 a 40 o 36. 1 migliori cervelli della CGIL sanno benissimo cosa implican,) le recenti innovazioni tecniche e ]a stessa u automazione », che, per quanto in forma ridoua, si manifesta anche in alcune industrie ita– liane, specie nel ramo della contabilità elettronica. Sanno che ci sono tanti disoccu1iati da riassorbire. Sanno quanto valore avrebbe per la gente che lavora, maggior « tempo libero » J>er divertirsi, rilassarsi, pensare a cose di pili ampia portata, interessarsi attivamente delJa così detta « politica » e dello stesso sindacato, per non lasciare libera strada ai professionisti della poli1ica e del sindacalismo. Eppure per nessuna di queste ragioni comincia– no a so::.tenere la riduzione dell'ornrio dj lavoro. lPare che la 1endcnza uffi– ciale 1>re,•alente sia quella di 1>un1.aresu.Ile 40 ore e ~ulle 36 solo per le la– vorn7.ioni pili particolarmenle faLicose e noci,•e. fa questo punto di rivendi– cazione, ho l'impressione che snrà il piìa accademico. Vi1torio :Foà ha detto csprcssamcnlc che dare troppa imporlanza a questo problema vuol dire s,•iare l'nttenzione dei la,•oratori dalle forme di sfruttamento che si realiz. zerebbe anche con un orario di lavoro pili ridotto. L'argomento è capzioso. Le nuove lccniche di produzione si fanno strada comunque. Se esse impli– cassero un pili intenso s[ruttamento della forza lavoro, ci sarebbero solo due cose da fare: aume111arc il salario e ridurre la durata delle giornate lavo– rati\'e. Aci ogni buon conto si \'Cdrà se la base, cl,iamata espressamente ad inten•cnire con idee originali, saprì, far sentire il bisogno di sottrarre sem– pre 1>iùgran parte della giornata dalla ,,ita di routine che la rende schiava e che la abitua a ubbidire tro1>po facilmente ai capi e ai burocrati di qual– che parlito o di qualche ,sindacato. ANTONIO CARBONARO 8 ANAHCHISMO E SINDAC.A.LISMO LA PENETRAZIONE dell'anarchismo in, seno alla massa operaia, nel momer,to auiwle, è a mio avviso w1a fatica di. Sisifo. Tuttavia non è il. momento di scoraggiarsi. e gli. anarchici debbono perseverare neUa loro propag,mda specifica e non debbono ridursi all'immobilismo. Volontà 1 l'Ìprende la di.scussione su un problema dibauu.to un'infinità di volte sulla nostra stampa e uei nostri congressi.: gli anarchici. debbono o 1 Yolontù, a. LX, n. 6, 1° no\·embre 1955. 371

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