Volontà - anno IX - n.6 - 1 novembre 1955

DISCUSSIONI CRISI DELLA SCUOLA? MI DISPIACE dovere constatare che l'articolo di V. Espero su « La crisi della scuola :el mi ha la– sciato piuttosto insoddisfatto, per– chè da esso mi aspettavo una piì1 profonda analisi, come egli è aolito lare. ,Ed invero su molti 1>unti dcl– )'articolo dissento dalle idee di V. Espero. Anzitutto se la scuola è un prodot– to deJl'ambiente socia}e ed essa è in crisi, non vedo il motivo perchè di questa incresciosa situazione si deb– ba imputa.re la scuola itessa e con es– sa gli insegnanti, con i quali il Viola sembra ce l'abbia particolarmente, e non l'ambiente sociale, la societit tutta che determina, essendo essa in crisi, le varie crisi. Respingo in pieno !'idea secondo cui gli alunni sono costretti a fre– quentare H dopo-scuola, per l'insu{. ficienza didattica degli insegnanti; perchè se è vero ciò in qualche caso, tuttavia non è la regola generale. Questo che ha denunciato il compa• gno Viola è un problema grosso che non si può solo sfiorare per arrivarne a capire )a vasta portata. Secondo me due sono i motivi individuabili per. 1 Volontà, ■• IX, n. 4. 328 chè gli alunni frequentano il dopo– scuola. L' uno è da ricercarsi nella in– ca1>acità assimilativa di certi alunni, i quali vengono mandati dai genitori ai dopo.scuola perchè essi ritengono che i loro rngazzi non prdfÌllano per un ~ifetto di insegnamento e, nel no• vanta per cento dei casi, i ragazzi che lre<1uentano i dopo•Scuola ne escono nelle stesse condizioni di prima, mentre ragazzi intelligenti e volen– terosi sono quelli che profittano di più, e senza dopo.scuola. Secondo motivo, che è il più im• portante, è da ricercarsi nella limi• tazione di orario che parecchie scuo• le ancora oggi praticano; scuole dove si « fa scuola » per due ore, e ciò per deficienza di locali, Allora, di chi la colpa, in questo caso? Degli in– segnanti, delle scolaresche, delle fa. miglie? . In alcune scoleue di campagna mancano ancora le quarte e quinte classi. Di chi la colpa? Certamente di tutli noi cittadini che tolleriamo <JUestoslato di cose. Come possono gli insegnanti mo• dificare in meglio questo stato cao. tieo, come pretende il Viola, dato che si trovano nell'impossibilità di farlo? Se il problema dei locali scolastici

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