Volontà - anno IX - n.5 - 1 settembre 1955

Lettivi1à e noi abbiamo orrore delle individualità pretenziose, vanitose, ambiziose e dominanti. Siamo i nemici. dichiarati di tutte l,e do– minazioni, siano esse collettive o individuali. Tutti gli i,idividui di buona volontlà sono i benvenuti tra di noi, e per poco che questa volon– tà sia seria, essi trovano tra di noi il modo per svolgere liberamente tutta la loro energia, l'accoglienza necessa– ria, ma ad una co1ulizi01w soltanto: che essi non vogliano avere un ruolo e che non sognilw di dominare. Non vogliamo dei capi e non ne sopporte– remo mai. Un'idea, anche se viene a un individuo, purchè si<1, buona è ac– cettata e divema immediatamente proprietà collett.iva, in modo che le nostre idee 110n portano mai un'eti– chetl<t personale. Ecco il nostro co– stume e la nostra legge. Così è ben inteso che il mio nome non sarà mai pronunciato. Voi aveie fiducia nelfo mia sincera devoziomt alla causa che siete chiamati ben pre– sto a servire meglio di quello che io potrei fare, perchè voi. siete giovani ed io sono vecchio. lo vi <fico aper– tamente tutto <Juello che io penso, che io desidero e che so,w. Sta a voi di accettare ciò che non vi conviene, ed una volta accettata un'idea cla voi, cessa di essere un'idea mia e diventa. un'idea vostra » 1 • Il più duro cristiano ha mai mo– strato pili volontà di rinuncia ad ogni vanità terrestre? Pensiamo di aver in questo scritto messo in evidenz,a l' essenziale del- 1 Lettera a Rubicone, riprodotta da Max 'lcnlau in Ufe of BakU11in. l'etica <li Bakunin. Egli non ha avu– to il tempo di scrivere un trattato, ma colui che sa leggere la trova in tutti i suoi scritti. Non si rend.ono gli uomini miglio– ri con dei semplici consigli o delle ingiunzioni ammonitrici, ma portan– do loro delle idee, suscitando in es– si sentimenti che li elevano, crean– do con essi delle condizioni sociali di esistenza che permettano loro di condursi in armonia con i pili nobili sentimenti. A che cosa serve di esse– re buono, umano, fraterno, se la lot– ta per la vita, le divisioni di classi, di nazioni, 1i fa erigere gli uni con– tro gli ahri? Tutte le etiche teori– che o discorsive dei filosO!f1non sono che stupidità o ipocrisie se trascura~ no questi fatti essenziali e dominanti. Realizzare una società di esseri u– guali nei loro diritti, solidali davanti :dia vita che si nobilita attraverso la liberlà creatrice; provocare il pieno ;:;vi_iuppodc!Puomo, della donna, del fanciullo, dal punto di vista, fisico, intellettuale. morale; diffondere la i~truzionc, l'educazione, la cultura; creare dei piaceri; purificare la fa– miglia; sapere per bisogno perdesi– derio di elevarsi; fare scomparire tutte le iugiustizie dipendenti dagli uomini; unificare tutti i popoli in una sola famjgJia umana, e se si de. ve vincere con la forza, non schiac– ciare iJ vinto ma situarlo 'nelle stesse condizioni di esislenza del vincitore; tutto ciò non costituisce un'etica su– periore che assicurerebbe la felicità dell'umanità per ciò che dipende da essa? GASTON LE\'AL 251

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