Volontà - anno IX - n.5 - 1 settembre 1955

bile ed inutile errore. Tanto più che quei vecchi anarchici che, dopo il settembre 1943, per esigenze o: realistiche :o avevano partecipato alla vita dei lavoratori, erano stati generalmente organizzati nelle 4ìle dei partiti di. .sinistra, diventandone i « <1uadri li dirigenti. A Lucca Sicula ed a Burgio, per esempio, Giovanni BufaJo e Nino Guarisco avevano finito per essere nominati .sindaci dei rispettivi comuni, ... per evitare che quelle cariche fossero ricoperte dai reazionari ]ocali - come gli stessi affermavano. Giuste preoccup~zioni quindi, ma solo se non si tenesse conto che i trascinatori erano stati a loro volta trascinati verso un « praticismo li ne– gante tutto l'anarchismo, proprio per difetto della necessaria elaborazione critica deJl'ideologia: perchè non avevano saputo o voluto associarsi fra Jbro educando i lavoratori a queJla pratica che scaturisce daJJ'anarchismo. Solo a questo patto non farebbe sorridere quanto il vecchio Giuseppe Caz. zola di 1\Jandauicì - preoccupato dei .suoi... « torti » - riferiva ad Alfonso Failla nel gennaio 1947: « Ti devo conlessare una incoerenza: io ho ade– rito al Sindacato dei contadini ed ho partecipato alle lotte per la rivendi. cazione di migliori condizioni di vita di questa categoria alla quale io ap– partengo » 1 • Inohrc, se tali motivi si raffrontassero all'esperienza cd aJl'idcologia a– narchica. così come sono state vissute e formUlate dal Movimento dei mili– tnnt-i, da Bakunin a Malatesta, si noterebbe subito tutta la debolezza della tesi « resistenzialista », come debolezza delJa preparazione teorico-pratica dei suoi propugnatori. Anche perchè, se ii l\1ovimeuto operaio già nel 1946 correva verso il sindacalismo legalitario, che sostiene e dà va1ore a questa società, si doveva in parte alla assenza degli anarchici dalle organizzazioni operaie. Limitata a singoli militanti, Ja funzione educativo-rivoluzionaria, che è propria di tutto il Movimento anarchico, non poteva dare che irrile– vanti o parziali risultati; mentre ai social-comunisti permaneva tutta la possibilità di monopolizzare i lavoratori, distogliendoli dai loro obiettivi di ernuncipazione libertarie e socialista. Comunque, la parziale sfiducia che si nota ne.Ila pubblicistica anarchica dell'e1>oca, nelle stesse decisioni d.el Convegno regionale siciliano e nelle diver.ee pratiche posizioni dei militanti, verso le orgau-izzazioni dei lavo– nitori « monopolizzate dai partiti legalitari »; e la prepotente ricerca dì apertura verso il Movimento operaio, come condizione della rinascita e della solidit:, di ogni gruppo e del Movimento anarchico nel suo insieme; se da un 1ato affermava il permanere di talune posizioni « istintivi.ste » e acritiche del prelascismo - tali posizioni erano mantenute proprio da coloro che temevano i pericoli « insiti nel prolungarsi della pratica orga• nizzativa ... » -; dall'altro era inclice di un travaglio vitale di svalutazione di qualunque negativa concezione dualistica, già superala da Errico Ma– latcsra. GINO CERRITO 1 La confereo:.r:aa Mandanici venne leout.3 il 14 gennaio 19"7. La frate mi è stata rilerita dal Failla:. 240

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