Volontà - anno IX - n.1-2-3 - 1 luglio 1955

Tunis, 5 febbraio ]9,J6 Carissimi di Volontà, dopo un quasi ventennale esilio, prolungato dal malvolere delJe varie democrazie Jiberatrici, ricalcando iJ suolo d'Italia, sento il bisogno di ester– nare la mia gratitudine a voi ed a quanti si son dati per mesi e mesi da fare - inutilmente e lnscinndosi burlare dalle democratiche promesse di quelli che si affrettavano i11"eee a facilitare il ritorno di elementi pericolosi all:i causa deJla libertà e con un lordo passato - per affrettare il mio ritorno. Non credo sinceramente che il mio passato meritava lauto interessamento. Quello J>erò che io so è che il mio do,·ere è quello di mostrarmene degno riprendendo il mio posto neUa nostra trincea con tutto il fervore che, se non ad un corpo su cui pesano i tropJ>i anni vissuti, posso esigere dal mio s1>irito ancora desto e non anemizzato dallo sconforto. Riprendere il mio posto ne.Ha lotta comune gomito a gomito - ripeto: gomito a gomito - coi rompagni supersliti e coi venuti poi. Questi certamenle piì1 meritevoli di ammirazione che noi superstiti perchè si sono fatti sotto il 1orchio di una dillntura .spietata e bestiale. Forse i giovani diranno: un ahro vecchio che ritorna. Ed a <1uan10pare di vecchi rilornati o riaffiorali aHa vita polilica se ne cont:mo già troppi cd i più anzichè di favore sono di o.slacolo. Vecchi che erano gilt tali mez.zo secolo fa. Ma io sono uno di <1uelli - dirò dei pochi - che toniano senza iJ ba– gaglio ingombrante di una ,·anlata cd anchi1osata pretesa malurità poli1ica in virtì, della qua]e si ,·edono in diritto d.i imporre la propria indispensa– bilità ed una loro supremazia morale, e non sempre soltanlo tale. No, se i vecchi mi ritroveranno tale e c1uale. in niente - s'intende spi– ritualmente - mutato, i giovani sono autorizzati a considerarmi come uno <lei loro ... con un pò pii, di esperienza: quella che maturano le disillu– sioni causale sopratutto ... dagli scantonamenti fuori da quella che è la nos1ra zona d'operazione . .lfa qualche cosa atlrista profondamente il mio ritorno: ed è il pen– ~are a quanli mi sono lasciato dietro lungo le vie dell'esilio, que11o nero, ,1uello duro, e che non torneranno più. f: il pensare a <1uelli che non ritro• verò e clte erano piì1 de~'lli, di me e di voi, di es...-:ere oggi presenti e parte– cipanti a questa rinascita del nostro movimento. I vuoti da essi lasciati noi non possiamo colmarli con le noslre per– sone, ma solo con una maggiore, consa1,cvole e coerente attività. Moho si è fallo, rar di pii1 necessita. Ed è quanto io chiedo sopratutto ai giovani - chè purtroppo, su noi d<'lla Yecchia guardia, il morso degli anni ha lasciato Je sue impronte. Non nel cuore e nel cervello, però. Ma cuore e cervello nondimeno chie– dono di essere riscaldati dagli entusiasmi e dalle audaci giovaoiJi. Perchè la lotta continua, e deve continuare, piì1 dura che mai. Og:;i noi dobbiamo batterci su due fronti: <1uello contro il pa!c-ato 60

RkJQdWJsaXNoZXIy