Volontà - anno VIII - n.12 - 15 aprile 1955

probabilmente inlrodurre jl palelico·puro, anch'esso momento vivo di Napoli: inuua. gine d'un bimbo mor10, della mamma clie lo compone nelln bara, del funerale - e fors' anehe del rito pagano che forza Ja gioia nel dolore della morte quando il mor- 10 è un bnmbino. E' staio escluso dalla P"'· iezione, serna che si sappia perchè. Censu– ra, forse, tro1>po ca1101ica, senza coraggio d'affrontare unn verità così radicale?). Il fìlm viene presentato come immagine dell'« ... amore, vila, pazienza e conlinua s11eranza ..• » che cos1i1uisoono l'oro di Na– poli. (E s'inlcndc per Na1>oli non la ci11tl– come-1utte-lc-altre dei quar1ieri moderni, ma la Napoli vecchia col suo vetchio gio– vane popolo di « antichi »). Ma è assai di più. Perchè lluesta Napoli non ha quel– l'oro sohanto, e nel film c'è anche il re– slo, l'immenso res10 di cui è vano ten– tare qui sirllcsi verbali. li resto che risulta dai 111ille modi in cui le 1•eraone sono sommerse nell'atmosfera luccicante-velata e silcnziosa•sonora di una cinti in cui solo i ricchi hanno un dirillo vero al loro pos10, cd il P0SIOdi IUtli gli altri è precario 111:1 pur ci:1seuno vi ha radici profonde, cl1e ri– salgono milJenni. Radici che consen1ouo ai poveri di associarsi e dj difendersi e di aiutarsi proJ)rio da J>ersona a J)ersona~ col can10 con l'amore con Ja speranu, uniche vie apeflle per restare vivi ed umani e go– dere a modo proprio il proprio 1ar.110di gioia, nonos1ante i mille parassiti e nemici. La gente-di-Napoli è davvero il pro1ago. 11is1amohcplice del 61111, insieme alla città in cui vive. Napoli, agglomeralo di paesi ciascuno tlei qu:ili è un agglomerato di rio– ni, un insieme di piccole e minime comu• nità reali (la genie d'un cerio rione, b gen. te d'unn ccr1a strada, anche la gente d'un ~crio palazzo), con scarse comunicazioni tra loro 11er l'imm:mc miseria, con una molti. tudine di piccoli dei locali, di casa ~i stra. da. Ed ogni comunità in essi s'esprime e nelfo persistenza dei riti che da millenni in !ali &0cie1i1minime si 1ramanda110, vivi ancor oggi sotto le e1ichene bugiarde ap• 11oste\'i da preti pro611a1ori. E' questo il quadro, enlro il qual& la gente realizza il con1i11uomiracolo di non solo sopravvive- re ma unche "iverc una ,•ila a modo ~uo– un;ana, in condizioni materiali sub.umane. Il fìlm ha ov,•i di(eui di composizione, ma son probabilmente difcui del libro du •·ui ~ trana la sua trama, che ha vincolato Dc Sica nel suo la\·oro. Sono i difcui di Marotta, complementari delle sue qualilà. l diretti d'un napoletano trasferito in una città che è all'ahro capo del mondo (Mi– lano-Napoli, è poMibile un dualismo più netto?), che come s'è dello vede un J>0CO sfocalo quando osserva di lontano la gente lici suo 11acse,o 11erdarne ugualmenlc im- 11111gini nelle v'aggiunge materiali del suo magazzino letterario, e ~i sente. Ad es. non si sa fino a che punto la lrasforma• zione del « pazzariello » nell'immagine pre• ziosa e leziosa che ne dà To1ò sia ()pern di To1ò o quanto d'i~pirazionc di ~farolla: ambedue hanno lo stesso pizzico di teatra. li1à. E così 1•cr S1op1>a.E per la Loren, ecc. Tuuavia, 1ali handicap di deuaglio gio– \'ano a wnfermare De Sica regisu, grandis. simo, assai J>iÙ grande come regisla che come allorc. Ua colto e fissato in immagini l'indicibile a1111osfora dj Napoli, che è fatta di genti e di luci, di gente e di suoni, d'un muoversi lento in cui fremono senza veli passioni clemen1ari - e dà !anta gioia e 1an1a pena insieme rivi\•crla in immagini così vere. Gli attori, 1t-0n11111i e non scm1>rCson riuscili ad uscire di sè per ricomporsi nel. la persona che raJ)prescntano. Taluni (!Ufl o là mancano, ran decadere il tono del fìlm. To1ò lrn dato ~ome già accennato una edi– zione-di-lusso del « J>azzariello », e Vicino. a lui emerge umile ma molto più grande l':lltrice che ra la moglie. Non fosse J>Cr l'animo finale in cui egli esprime così bene la disperala difesa cui lo <leciclela sua pau– ra-di,a,•er-avu10-coraggio, j suoi ()VVii di– foui avrebbero il aopravvcnto neUo spetta– tore. Chi ha visto i veri « pazzarielli », uo. mini davvero ridolli a pagliacci di infimo online, con Ja fame s11esso!raspar.ente sot. 10 il .1rucco grossolano e la disperazione sotto i lazzi sguaiati, non può non sen1ire la dissonanza tra il vero e Totò. Paolo S1op11a,a sua volta, ha talme111emimato il 729

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