Volontà - anno VIII - n.12 - 15 aprile 1955
non pensa più con Ja propria te.\'ila ed è prigioniera dei partiti o delle ora:anizzazioni, e c'è da incitarla al– la disubbidienza ai capi e alla di– sciplina di partito; c'è da mettere in guard.ia il popolo contro l'azione .dei politici, ·dei preti così evidente– mente in contrasto con i 6ni che essi dicono di perseguire; c'è da so– lidarizzare con chi è vittima di una ingiustizia o di. un arbitrio; c'è da ridare un -significato alle .lotte ope– raie - come hanno fatto i compa– gni di Genova nello sciopero dei portuali che dura ormai da tre me– si - al di Cuori delle macchine sin– dacali che lavorano solo per gli in– teressi di cupi o di (Hlrtiti. E ci sono problemi come <Juello deJla disoccupazione, dei salari, del– )'insegnamcnlo, che come tuni san– no è sempre pii, asservito alla Chie– sa, e di tanti taitli altri sui quali noi dobbiamo avere una posizione no- 8Lra e dobbiamo trovare il modo di affermare qucllt1 posizione con i fatti. Sappiamo che il movimento anar– chico non ha nè un ·centro nè un capo. Ciascuno può trovare nell'am– biente in cui vive, secondo .le sue ca1,acità, una via di azione cd il cen– tro dell'attività anarchica esiste o– vunque c'è un compagnO o un grup- 1>0al lavoro. Non bisogna mai aver paura d,i essere in pochi: anche uno solo che si batte J>Crdei motivi generosi sa1- va quei ,•alori che fanno umano e ci– vile il nostro vi,•erc sociale. I nostri tempi non sono di rivolu– zione, ma sono tempi di lotta senza tregua e senza riposo. Nessuno, se– condo noi, dovrebbe attribuirsi la qualifica di anarchico se non parte- 724 ci1>a in qualche modo, secondo lt• proprie capacità e possibililà, al la– lavoro comune. Ci sono compiti mo– desti che sono aHa portata di tutti: chi vi rimmcia dicendo che vorreb– be fare cose pitl grandi vuole sem– plicemente giustificare la sua iner– zia. Tult.i, uomini e donne, operai e contadini, colti e non colti, ,•ecchì e giovaRi, possono trovare un com– pito aclatto per ognuno di essi, se veramente hanno a cuore l'avvenire degli uomini. Basta volerlo, basta vivere con la mente cd il cuore a– perti verso jl nostro prossimo, bastn amare gli uomini, così come sono, con i loro di(elli e le loro vir1l1, con i loro egoismi ed i loro im1H1Jsi di generositi1. E l'amore vcr.so gli uomini ci fo. rii agire e lottare pili di qualsia~i idea. Le idee sono belle e dobbiamo ('S• sere gelosi di <1uel patrimonio che ci è ~lato lrarnandato da chi ci ha preceduto. ma esse non contano pro– prio nulla se non trovano un'ap– plicazione pratica. E, nec·essnrio, quindi colmare il vuoto che oggi e– siste tra la nostra concezione anar– chie.a e la noslra a1.io nc (o non a1.io– ne). Mct1iamoci, dunque, tutti al la– voro. Consideriamo <1uesti dieci an– ni trascorsi come un periodo di as– sestamento. C'è chi credeva la meta vicina e si è s1anca10 1>er strada (' ci ha lasciato; c'è chi non sapendo che gli. anarchici debbono dare, da– re senza mai chiedere, ha trovato 1ro1>1>0 scomoda la posizione di a– narchico e se n'è andato altrove; e'(: chi, per voler arrivare più presto si è messo in altri movimenti (e se i· onesto dovrà riconoscere che non potrà fare pili di quello che poteva
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