Volontà - anno VIII - n.12 - 15 aprile 1955

reggimeutare il J>OJ>olo, e mantenerlo docile dentro le macchine dei Par– titi e delle Organizzazioni. Ed il po- 1,olo ebbe un'altra volta fiducia nei l)olitici: rinunciò a costruirsi da sè il suo avvenire. Di fronte al lavoro dei grandi po– litici noi non trovammo il modo di un'azione nostra per impedire quel. l'asservime1110, non potemmo far r>csare le nostre volontà sugli avve– nimenti di cui eravamo spettatori ed attori nello stesso tempo. Venne, qnincli, a mancare un equilibrio e– stniore alla nostra attività e ci con– finammo sempre pili dentro le no• stre federazioni o i nostri gruppi, ed incominciammo ad esistere quasi solo per noi stessi, a dare imporum– i,,aai nostri dissidi ideologici o d'al– tro genere, a 1>rcoccuparci delte for– me organizzative, di discussioni a– slrattc su forme di attività concrete che non si realizzavano mai, ecc. ecc. Anche la nostra propaganda scrit– ta ed orale ne risentì assai e venne sempre pl1'1rivolta a no.i stessi invece che verso l'esterno. Accadde cosi ,1utdlo che deve accadere quando le idee anche se sono pil1 belle e le pii'1 ,•ere, rimangono a Juogo staccate dal– fo realtà. Ci fu chi per fare sbagliò o si ,nise su strade diverse dalJa no– slra, ci furono federazioni e gruppi che scom1,nrirono e quelli che rima. sero furono mantenuti in vita dalla indefessa volonti1 di pochi compagni. Non dobbiamo aver paura di guar. dare in faccia la reale consistenza delle nostre for,.e. Parlare di movi– mento anarchico oggi in Italia po– trebbe sembrare presuntuoso, ma noi sappiamo che ci sono tutti gli elementi perchè esso possa riavere 722 una consistenza: dipende solo tlalla volontà di tutti noi. Non siamo per le valutazioni otti– misticl!e delle nostre forze: ·prefe– riamo sempre guardare in faccia gli errori passati, Je nostre debolezze e Je nostre deficienze. Non ci accon– tentiamo di sapere che l'anarchismo è vecchio <1uanto l'uomo ed avere così la certezza che non morrà mai, nè che (< auarchico è il pemiero e verso l'auarchia va la storia >> perchè sappiamo che in quel modo le cose di questo mondo non andranno cer– tamente meglio. Ma sap1>iamo 1>ure che ogni pro– gresso, J>erchè avvenga, deve essere alimentato di idee chiare, di lavoro e di immensi sacrifici da parte di chi <1uel lll 'ogres.so propugna. Oggi, dobbiamo prendere atto cli questa realtà: abbiamo delle belle idee, ma non sappiamo usarle nei fotti concreti della nostra vita so– ciaJe. Eppure anche oggi gli avve• nimenti e le esperienze ci danno ra– gione. E' pili che mai giustificala 1a no– stra Sfiducia nel .sistema capitalisti. co, nello S1ato, nei Governi 4i qua}. siasi forma, nel sistema Parlamen– tare, nei Partiti, nella Chiesa, in tutte le strutture ed apparati su cui poggia l'attuale ordine sociale. Tutti si sono mostrati incapaci di assicurare_ un vivere sociale umano al popolo e la pace tra i popoli del mondo. Tutti, attraverso le loro C• spericnze secolari di governo o di dirigenza, hanno fallito e con essi sono fallite le ideologie sulle quali era costruita la }oro azione politico– sociale. Mai, come oggi, appare e– vidente l'antitesi tra Stato e Società, chè gli a1>1>r1rati e le macchine del potere si muovono tutte per mante-

RkJQdWJsaXNoZXIy