Volontà - anno VIII - n.12 - 15 aprile 1955

UTILITA'DELLERIEVOCAZIONI S IAMO TROPPO rispc110,i del- la verità: perciò non diciamo che- la colpa di tutti i mali tociali oggi esistenti nel nostro paete è dei go,·crnanti, dei politici, dei pre1i, dei padroni del vapore, di tutti co– loro, insomma, che detengono un comando o una parte, sia pur pic– cola, di potere. Abbfomo <letto che tulio si nllu11 per il gioco delle volonti, che ope• rauo e delle inerzie che tollerano. r-"" volontà all'opera costituUlcono mm piccola minoranza in confronto alle mohitudini che tollerano che, a loro danno, quella minoranza agi– sca per mantenere in vita gli appa• rati e le strulture sociali con i quali difende e conserva i propri privi– Jegi .• Fra quelle moltitudini, non dob– hiumo avere paura di dirlo (ed è bene fin <laora avvertire che il d;. scorso è rivolto innan;itutto a noi) ci troviamo in parecchi di noi e, ae non proprio in una posizione di i– nerzia, in quella di gente che guar. da ed aspetta. Che cosa abbiamo fatto in questi dieci anni? E' innegabile che abbia. mo lavorato intensamente, con pu. sione ed entusiasmo - ingredienti indispensabi.li perchè la nostra 11zio. ne sia efficace e serva di stimolo agli altri - solo nei primi anni, <1uando si tratlava di ridare vita al movi• mento anarchico di cui non era ri– masto quasi traccia doJ>O i venti an• ni di fascismo. In quegli anni, nono• stante i molti e diUìcili ostacoli per cui non era facile ritrovarci dopo che l'esilio, il carcere o il confino ci ave. va dispersi tulti, riuscimmo rapida– mente a ricostituire le nostre file, a dare consistenza al movimento anar– chico. Iniziative nostre sorgevano s1>ontaueamentc in tutte le parti d'I– talia ad opera di anarchici isolati o di piccoli gruppi. Vecchi ed anziani si erano rimessi al lavoro con rin– novata energia; giovani venivano a noi o si interessavano alle nostre idee o alle nostre soluzioni sui problemi sociali. Il .seme delle nostre idee ve• niva sparso anche nei paesi dimenti• cat-i del Mezzogiorno. Pareva che tutti fossimo nninrnti dalla volontà di ricuperare i venti anni che il fa. scismo ci aveva rubati, tanto ci era• vnmo buttati nel lavoro con passione e senza risparmio di tempo e di e. nergie. Il momento, bi.sogna dirlo, ci era favorevole. Il popolo, dopo i venti anni di schiavitì1, si risvegliava e sembrava ansioso di ricuperare in. tera la sua libertà. Ma quel momen– to non durò molto. I residui veleni fascisti del comando e dell'ubbidien– za furono raccolti clai nuovi politici i <1Ùa)ise ne servirono proprio come se n'era servito il fascismo: per ir. 721

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