Volontà - anno VIII - n.12 - 15 aprile 1955

(lronale » un generico « impegno e slancio alla base ». In ultima analisi il Congresso di Torino, pur avendo indicato cou grande chiarezza Ja politica che il P.S.I. propone ed intede perseguire, non ha approfondito la ricerca dei mezzi con i <1uali attuarla. Occorre non dimenticare che l'esperimento giolittiano fu preceduto ed accompa– gnato dall'inten•ento attivo, dalla Jotta ad, oltranza, dai duri sacri(fici e dai gesti sovente disperati delle masse popolari e delle avanguardie rivoluzionarie che le guidavano. Con quale mohi]itazione, attraverso qua– li forma di lotta, ·il P.S.I. pensi di far sentire sulla D. C. che sta a) bivio e •sulla Confindustria elle già ha scelto la strada del fascismo, Ja pressione e l'opposizione delle mas– se popo1ari, il Congresso di Torino non ha trattato se non marginalmen– te e quindi non ha stabilito se non vagamente. Gli interventi di Lusso e di Bassso, che hanno espresso le riserve del settore ,maggiormente a sinistra alJa grande apertura coi cat– tolici, sono indubbiamente, anche se non espressamente, motivate, oltre che, forse, da qualche preoccupazio– ne di ordine più generale cui già si è accennato, precisamente dalla con– slatazioue che una co1Jaborazione offerta senza poter essere imposta rischia di trascinare il partito sulla via dell'immobilismo o su quella -della capitolazione. Come altre \'Olte nella sua storia recente, l'Italia è sospesa tra Crispi e Giolitti e, per una ambigua situa– zione propria del costume del nostro Paese, l'enigmatico onorevole Fan– fani sembra in condizione di poter recitare indifferentemente l'una o l'altra delle d.ne parti. Se Ja ripre– sa di iniziativa da parte del proleta– riato, tradotta in termini politici dai movimenti nei quali esso attual– mente si esprime, non riuscirà ad indurlo al tentativo gioliuiano che Nenni invoca, ci sarà senza dubbio chi saprà come costringerlo a sce– gliere definitivamente la strada de] crispismo. Probabilmente corpora– tivo. GIORGIO GALLI DENAROBENESPESO I prestiti deliberati dalla « Seiione credito cinematografico» della Banca Nazion•le del Lavoro a vantaggio dei nostri produttori di film ammontuno, per il 1954 a quasi Il miliardi di lire. Così dioono i giornali. Per avere tutto il quadro, a ,,nesti mutui-con-facilitazioni dovrebbero aggiungeui i direlli sussidi concessi grazioumente dal Governo per la 1iro<lu1ionedi film cbe sian giudicati «buoni» dai su11remi giudici d'arte cinema.togra.ficu. Si vedrebbe che immo– biliu.o !terminato di denaro - in gran parie dato senza alcun corrispettivo, ,olo percl1è produttori ed tltlori arricchiscano - sia richiesto ogni anno daUa fabbricazione di 61111~·, che interessa i nostri governanti come un elemento essenziale della loro « politica » (non è sempre la stessa: farina.feste.forca? variano da tempo a tempo le tlosi di ciascun com• ponente: oggi, 1a parie maggiore spella alle feste). Verrebbe anche a galla lo scandalo dei «cortometraggi», in cui piccole bande spt:u– dono un milione per produrre filmeni nove volte su dicci vuoti, e poi con )'aiuto di un amioo•di-amici al governo riescono a far abbinare il filmetto ad 1111 filmone di sicuro successo, i cinematografi saranno obbligati u proienarli insieme, e così verrà auicura10 jJ 3% della cusctta,., 686

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