Volontà - anno VIII - n.10 - 15 febbraio 1955

felici di critica e di filosofia diedero un nuovo volo ai mie istinti letterari e determinarono ]a mia inclinazione verso le ·speculazioni filosolfiche. Nelle jusonnie della !ebbre e durante la laboriosa convalescenza, mi dedicai a delle ricerche di grammatica che mi parvero abbastanza importanti per meritare il vostro esame. Indagare la psicologia di nuove regioni, la fì]osofia di nuove vie; stn• diare 1a natura e il meccanismo dello spirito umano nella più apparente e più accessibi]e delle sue facoltà: la parola; determinare, dall'origine, il processo delle lingue, la fonte e la ifiliazione delJe credeou~ umane; applicare, in una parola, la grammatica alla metafisica e aJla morale, e realizzare un pensiero che tormenta profondi geni, che preoccupava Fallot, che tanti inseguono, Jle è 3 Signori 1 il compito che mi imporrei, se m'ae- . cordaste dei libri e .;'t tempo; dei libri soprattuuo! I1 tempo non mi mancherà mai. Dopo tutte le vicissitudini dcUc mie idee e 1a ]unga gestazione del mio spirito, ho dovuto finire, ho finito per crearmi un mio sistema completo, una mia religione e lfilosofìa dalla comparazione di tutti i sistemi, dal. l'esame attento e indipendente di ogni rivelazione, dalla constatazione dcile verità accessibili all'intendimento, che possano far dedurne - se– guendo una serie di conseguenze rigorose - wm scienza esatta. Tale è oggi, Signori, il compendio delJa mia professione di fede. Nato ed allevalo in seno alla classe operaia, appartenendole ancora col cuore e gli affetti, e sopratutto per la comunanza delle sofferenze e dei voti, la mia massima gioia, se otterrò i vostri suffragi, sarà, non dubitatelo, di poter ormai lavorare senza posa, tramite la sc1nza e la filosofia, con tutta l'energia delJa mia volontà e tutte le potenze de] mio spirito, al mi– ~lioramento morale e intellettuale di coloro che io .amo chiamare i miei frate1li e i miei compagni; <li poter spandere fra essi 1e sementi di una dottrina che io riguardo come la legge del mondo morale; e, in attesa òel successo dei miei sforzi, diretti dalla vostra prudenza, trovarmi già, in qualche modo, come il loro rappresentante presso di voi 1 • I 1 Il 13 giugno 1838, Proudhon scriveva al suo .amico Ackermann: « ..• Ho già redauo una Memoria per l'Accademia, in forma di pctizfonc. Jl signor Pérennès, che liene alla mia elezione, m'ha restituto il mio pez:r.o dopo "-verne preso leuura, per farmi cambiare questa frase: « Nalo cd allevato in seno alla dasse operaia, appartenendole ancora, oggi e sempre, col cuore, la mente, Je abitudini e soprattuUo per fa comunanza degli interessi e dei voti, ]a maggiore gioia per il candidato, se ottcrrù i vostri aufTragi, sarà, non àubit:He1o, (li aver attirato nc11a sua persona la vostra giusta s0Jleci1udine su questa interessante porzione della socielà, così ben onorata dal nome di operaio, di .essere stato giudicato 1legno di esserne il primo rappresentante presso di \"Oi; e di poter ormai lavorare senza posa, tramite la scienza e la filosofia, con tulla l'energia della sua volontà e rune le potenze de] suo spiri10, all'affrancazione completa dei suoi frate]li e ..:ompagni >l. Egli non mi ha rimproverato nulJa del resto, soltanto lia desiderai~ che io raccon- 600

RkJQdWJsaXNoZXIy