Volontà - anno VIII - n.8 - 15 dicembre 1954

contracettivL Anche per la Chiesa nle lo slogan «il numero è potenza». Contro raueggiamenlo della Chje. &a, contro le interpretazioni limita-• te del principio di « controllo delle nascite» che ripetiamo è staio ac– cettato dalle pili alte autoritù eccle– siasl icl1e, bisogna affermare la pro– pria libertà di voler risolvere <1ucsto 1noblcma con metodi che la scienza consiglia 1>crchè moralmente sani e non dannosi alla salute. Mii.le volte meglio insegnare quesli metodj che lasciare che molti ricorrino ali' abor– to J>er e,·itare di mettere al mondo unn creatura che non hanno desi– derata, o che lascino aumentare una prole che è destinata alla miseria, alla depr:1vazione o tinche al delitto. E' necessario, quindi, che i.I proble– ma non sia rinchiuso nella stretta cerchia d.i un gruppetto convinto del– l'utililà di trovare la soluzione buo– na per gli italiani. Bisogna discu– terlo ampiamente, portarlo a cono– scenza di tutti gli ambienti di tutli gli strati sociali, nonostante le leggi fasciste, anzi proprio perchè ci sono queste leggi. Non 1u11icoloro che sono favort!• voli ud unu regolazione delle nasci– le sono mossi da moi.ivi sociali, mo– tivi che sono stati detti anche nella Conferenza mondiale della popola– zione s,•ohasi sotto gli aus1)ici del. t'O.N.U. a Roma ne1 seuembre scor– so (e di cui pubblichiamo la rela– zione mandataci da O.V.). C'è tanta gente per bene (e che ha anche un seguito considerevole nell'opinione pubblica) che è porta tu a giustificare le disuguaglianze socia– li, la miseria, con il 1roppo grande riumcro dei figli e che avendo e"$" limitata la propria prole e mangian- 452 do a sufficienza e divertendosi assai pensa che gli altri possano fare al– treuanto, e che una buona regola– zione deJJe nascite sia il toccasano per l'equilibrio sociale. t gente mol– to meschina, molto egoista e mora). mente sorda cl1e pros1>etla quel ri– medio con la sola speranza di poter conser,,are i privilegi di cui gode nella società di oggi. Jnutile dire che non abbiamo nien– te in comune con questa gente, an. che se 1>ercaso si trova - per moti– vi così diversi dai nostri - concor– de suJla solm~ione di un problema pratico. Anche pf'r ,1ucllo che è pianifica– zione della /<u11iglù,, tli cui si p:1rla oggi, è bene chiarire che noi siamo sì per la pi:u1ifìcazione della fami– glia ma a condizione che non si:i im– posta <la nessuna :mtoriti1 e neppure dalla miseria. E' unu cosa ripugn~m– te, e dolorosn nello stesso tem1,o, pensare che uno debba rinunciare ad avere un figlio a causa della sua mi– seria, se lo desidera arclentemenle. Anzi noi vorremmo che quest'uomo avesse il coraggio anche di rubare per accontentare il suo immenso bi– sogno di paternitì,: e' è da esse– re tristi nel constulnre che tanln gente preferisca vcclcre deperire i propri figli od anche vederli morire piutlosto che di rivendicare en('rgi– camenle il diritlo alla vila per loro. Se questi genitori lo raccsscro, pos– siamo essere certi che rari. 553 sa– rebbe abrogato senz'altro, senza bi– sogno dei parlamentari - i c1uali con la loro azione legale sono desti– nati a fare un buco neJl'acqua. L'idea del ((conlrollo delle nasci– te » deve ,•oniro dnlla coscienza ,lei doveri e. dellç rcs1>onsnbilità che si hanno verso i figli, <lnlla volon1~· tli

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