Volontà - anno VIII - n.8 - 15 dicembre 1954

là delle tendenze, delle volontà e delle norme come compatibili, ossia come necessarie alla solidarietà gene– rale. Semplicemente, irwece di dare a c1ues1a « solidarietà generale» iJ senso d'una icfontificazione di cia– scuno con lutli e di tuni con ciascu– no, il pluralismo vi conforisce il sen– so di un'tmtonomia rivendicata eri– conosriuta da ciascuno J>er l'auivitit <lf'll'intli,•iduo in un certo dominio vitale dove la sua vita, il suo sforzo, la sun 01>era, i suoì errori e i suoi successi, sono prima tli tutto e so– pratulto un. affare s110. L'1rnarchis1110 phtralisla non sup– pone affatto cl'ahra parte che l'indi– viduo debba rincan1uccinrsi nel suo piccolo dominio vitale. Può uscirne in ogni momento e alienare in favo– re d'una comunitit c1ualsiasi tnttn o parte della sua autonomia di fallo (pro,·visoriameute od anche, se gli p:irc utile, definitivamente). Ciò che differenzia la pluralità dall'unitario è che l'individuo non si in1egra in un sistema chiuso e perfo1to, in una conumità unica, in uu monopolismo - anche « siuletico » del pensiero, tlclla volon1ì1 e dell' azione socinle. Si riconosce all'int.livh1uo iI diritto di scegliere la o le forme di organiz– ;,,11zioneconomica e soc-ia1ealle <1ua. li intende partecipare, e il dovere di rispctlare questo diritto negli altri. On (1ucsta differenz:1 fondamentale risultano necessariamente le diffc– re11ze tr:1 l'w1itario ed il pluralista nel contenuto dell'ideale anarchico e In scelta dei mezzi destinati a r<>a– Jizzarlo. Per l'unitario, si tratta essenzial– mente di fnrc accettare dal maggior 432 numero possibile di uomini - sia con la logica del ragionamento, sia con la mistica dell'amore, sia con Ja forza del fatto compiuto, sia pure con una combinazione qualsiasi di que– sti fattod e di altri Jattori ancora - J>rima un programma di abolizione, che enumeri tutti gli aspc1ti della realtà che sono considerati ostncoli al.l'unità umana, e dopo un program– ma di costruzione, che innalzi su questa tabula rasa l'imagine, neces– sariamente astratta, d'un mondo u– nanime e rigenerato. Ma che la messa in prnl ica dei programmi. d.isalvezza sia affidata al– la o: iniziativa individuale» on qucl– Jn deJle « minoranze attive» o alle « masse spogliate del proletariato» o nU'« insieme della gente ragionevole e buona »; alle forze economiche e tecniche, alla gioventù attuale o aJ– J'umauitZ, futura; che essa si tradu– ca con degli attentati, del.le predica– zioni, Jelle secessioni sociali, delle insurrezioni, delle riforme, dcU:è ri– soluzioni <Li congressi, dei decreti governativi, degli stermini legali o illegali, delle ri,•oluzioni industriali, delle dillnture politiche, delle co11- c1uiste a mano arnrnt11o delle crocia. te di pace - iJ procedimento è sem– pre lo stesso: arrivare all'amore at– tra,•crso l'unità. Ed il risultato è la s;uerra. La coesistenza J>ncifica tra Stati o Chiese è un sogno: cinquemila anni cli storia l'hanno J)ro,•ato. Se noi ten. tassimo 1a coesistenza pacifica tra in– dividui, liberati da c1uella specie di amore csigcnle e ruinaccioso che pra– ticano gli S111tie le Chiese? J►;AN CELLO

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