Volontà - anno VIII - n.6-7 - 15 novembre 1954

o di resistenza sul quale si possa con– tare, nè un amico fedele, un compa– gno sicuro di strada, presentandose– ne l'occasione. Ciò ,,uol dire sempli– cemente che non ci si sente adatti a tracciare progetti a scadenza più o meno lunga. Da ciò che ho dct10, consegue che gli indi,•idualisti non s'interessano al cc corso degli avvenimenti » (se non a titolo documentario): coreo po– litico, corso economico. corso mora– le. Trovandovisi impeb'lrnti malgrado loro, eia reulisti <1uali sono, non si fanno nessuna illusione. S,mno che 1>osso110 opporre all'ingranaggio che ogni mallina Li inghiottisce solo una rcsi,.tcnza personale o associata, e 1111111\'ia umt resistenza che è nata, cresciuta, s'è comr>iuta nel profondo della loro coscienza cd ha fatto di ques10 una cittadelJa inespugnabile, una fortezza imprendibiJe. Ecco per– c·hè <111elloche s·i s,•olge all'esterno uon li interessa che nella misura in c•ui l'integriti1 del loro ego è minac– ciata e messa in pericolo. E' questo che spiega che essi sono a volte ob– bligai i a mantenere il silenzio in pre– senza dei eomplic'Ì o degli ingannati d'nm1 Società di cui forzatamente, arbitrariamente, fanno parte. Gli indil'idualisti hanno fin troppO da pensare alla loro propria eonser– va1:ionc per preoccuparsi di ciò che i:trà la socictit futura. La società di– \'f'nlerì1 ciò che potrà. L'essenziale, <Jlli cd ora, è di sfog. ;;:ire ad ogni pericolo che minacci la nostra esistenza personale, di sall'a– ~uardare i nostri, quelli del « no– stro mondo » dalla riduzione allo stesso comune denominatore: prop;. sito e scopo di tutte le civiltà di tut– ti i tempi. Ora ]'imli"idualista, a modo nostro, combatte, a volte alla 402 luce del sole, a volte per altre vie a suo rischio e pericolo, per essere il suo proprio denominatore, cioè un 1< unico ». Poco importa Ja vitto• ria o la sconfitta. L'essenziale è che la sua indiv.idualità non è stata in– taccata, che Ja torre interiore in cui si è fortuìcuto, sovrano, sia rimasta intatta. Contrattuale come siamo, non ah– biau10 nessuna simpatia per l'insicu– rezza e l'instabilitit ereua a princi– pio. All'insicurezza ed all'instabilitil, ~1hbi,uuo da molto tempo, opposto il cameratismo: « assistenza volontaria che gli iudil'idualisti sottoscrivono tra di loro, per rjsparmiarsi ogni sofferenza inutile o evitabile ». On molto tempo abbiamo definito il C.'tmeratismo t< creatore di buona volontà, di pace, di sodisfazione, di piacere, d'intesa, d'armoniu, ecc ... ». E ciò « senza fare appello nè alla protezione dello Stato, nè all'inter– vento del governo, nè alla mccliazio– nc della legge ». Prima di preoccu1rnrsi dell'insta– bilità e dell'insicurezza nell'umanità ciel passato, del presente e del fotu– ro, non converrebbe forse preoccu– parsi in <111alemodo e fino a qual f>tmto il cameratismo, così come noi lo concepiamo, è stato compiuto tra i nostri, quelli delln nostra nmnnità, e in caso negati,•o J>erchè? Ci sono degli individualisti che }a. vorano llCr conto dello Stato, ed altri per conto dell'industria privata. Lo uno non è meglio dell'altro, evi– dentemente, ma non tutti sono ca• paci di traversare gli oceani e di piantare la loro temi.a nella foresta vergine. Nella società in cui noi ve– getiamo miseramente, cerchiamo di sbrogliarci meglio che possiam~, è j.

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