Volontà - anno VIII - n.3 - 1 luglio 1954

OPINIONI ALTRUI ATTIVISMOE METODI EDUCATIVI' NON 1\11INDUGERò nell'anali- si teorica dei problemi dell'atti– , ismo nei metodi educativi. Avendo 11, uto la fori una di fare un esperi– mento <1Lrnsi decennale di scuola al• ti,•n, eia 1mre limitatamente al corso elementare e ad un triennio posi• clcmenlltre, tenterò di trarne gli in– segnamenti che mi sembrano posse– dere una certa validità oggettiva. Mentre sotto l'aspetto teorico in [. talia negli uhimi anni i problemi dell'attivismo sono stati sviscerati SJ>essocon penelrazione ed esiste or– mai una leucratura critica sull'argo– mrnto molto cospicua ed apprezza– bile, nell'ambito della l)rassi educa– tiva 1>ossiamo notare molto fervore individuale ma scarsi successi effetti. vi e purecchi fallimenti clamorosi. Ora questo iato tra la teoria e la pra. lica, vecC'hio di(euo italiano, è gra– vido di pericoli e rischia di Far falli– re sul nascere un movimento d'idee l'hc, pur rispondendo ad rsigenze in– coercibili di un popolo che ,•oglia eescre davvero moderno, trova già • Relazione letta nell'Aula magna dell'U– ni\·er~ità di Messina il giorno 31 marzo 1954, in oceoaione del secondo Congreuo mu:io– m,/c dell'Auocia:ione pedagogica, aul tema " Il problema dcll'attivi.;mo nei metodi e– d•.cali\·i •· 142 coalizzati contro di sè dogmatismi di vario colore, l'abito al conformi– smo assai d.ifTuso nelle noslre scuole di ogni grado e la pigrizia mentale che induce a sostenere tesi qualun– quiste, come ,,uelle per es. che l'at– ti,,ismo è vecchio quanto il mondo e ne hanno giit formulato i principi Socrate e San Tonmrnso. Ma appunto in considerazione di (111esta resistenza della tradizione e del costume occorre ,•eder chiaro io <1ucllo che 1>ossiamo e vogliamo e nulla può giovare al nostro scopo c1uanto l'esame critico e spassionato di quanto si è tentato di Fare finora. Dirò subito che non sono affatto 011irnista su 1>ossibili realizzuzioni in un Futuro immediato. Una trasfor– mazione radicale dei meto,Ji didatti– co.educativi 1>resuppone una radicaJc trasformazione etico-sociale, oltre che economica, che non mi 1>are sia molto ,•icina. Questa trasformazione dovrebbe dare a molti italiani, che ne sono privi, la coscienza di essere uomini, di. avere una digni1i1 da tu– telare e il senso vi"o di essere mem– bri attivi di una libera comunità sociale. Naturalmente ,,uesto aucggiamen. to cauteloso non deve significare ri– nuncia a fare il nostro do\'cre, ma è

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