Volontà - anno VII - n.12 - 15 marzo 1954

a lrenla soJdi al giorno che si dava– no ai soldati. Si provvide alla difosa contro i nemici interni del Comune con i so– Jiti mezzi polizieschi di perquisizio– ni domiciliari, arresti, soppressione di giornali ed aire e peggiori ,,iola– zioni della libertà. Si rispettò rigorosamente la pro– prietà individuale. I ricchi continua. rono nel possesso tranquillo della ricchezza e trovarono modo, anche durante le strettezze dell'assedio, di uvazzare e di irridere alla miseria del popolo non solo, ma anche de– gli stessi combattcntj del Comune. Bencdclto Malon che Iu membro del governo (Consiglio) del Comune, racconta che quando i Federati (que– slo era il nor;ne che fu.dato ai solda– ti del Comune) di ritorno dai com– battimenti passavano trafelati ed in– sanguinali per le strade signorili, i borghesi seduti innanzi ai ricchi caf– fè bevendo e Iumando li insuhavano, chiamandoli trenla-soldi. Si deuero i lavori del Comune (la fabbricazione dei vestiti pei soldati) in a1>palto ad intraprcnditori che fa. cevano lavorare per pochi soldi al giorno. Si mandarono i soldati del Comu– ne a far la guardia ai tesori della Banca di Francia, a cui si domanda– vano dei prestiti con tulle Je forme e lutle le- garanzie usate dai governi borghesi nelle loro transazioni fì. nanziaric. Di nl!i a tendenza lontanamente so– cialista non vi fu (se la memoria non falla) che un decreto contro il lavo– ro notturno dei fornai; un decrelo (restalo inapplicato) che dava il di– ritto agli operai riuoiti in coo1,era– ti,•a di esercitare per loro conto le fabbriclw abbandmrn,te dai 1,adroni, salvo ad indennizzarli al loro rilor– no; una proroga nel pagamento del– le pigioni e dei debi1i, qualche scar– sa dislribuzionc di viveri agli affa. mali e la restituzione gratuila dei ,,egni di ,nini.mo valore: - tutte co– se che si possono fare anche (e la piì1 parte sono state fatte replicata– mente) da un governo borghese e mo– narchico, nell'interesse slesso del– !'« ordine» pubblico e della tran– quillità dei borghesi. E con qu<>sto, dichiarazioni di princi1>ii molto avanzate, ma restate senza applicazione; manifesti elo– <1uenti al popolo francese, ai conta– dini, ai popoli del mondo intero, che non andavano oltre deUe paro– le; ed alti simbolici, come la demo– lizioq,e della colonna Vcndome e lo incendio della ghigliottina, di gran valore morale certamente, ma senza (lOrtata pratica. Ecco che cosa fu, in fotto, il Co• mun<' di Parigi. Visti gli uomini che vi presero parte, visto il fermento anteriore di idee che la guerra aveva potuto arre– stare ma non distruggere, visto il moclo come il pubblico europeo in– terpretava il movimento, cosa che non poteva restare senza influenza sul movimento stesso, v'è da suppor– r<>che se il movimento non Cosse sta– to cosi presto soffocato nel sangue, si sarebbe forse trasformato davve– ro in rivoluzione sociale. Ma non fu forse il modo come tu condotto il movimento, causa prin– ci1>ale dell'insuccesso del Comune - anche dal pnnto di vista mililare? S" bande armate di Parigini, pri– ma che fosse stretto l'assedio, si fos– .F-crogettate nella campagna a prf'• dicare l'espro1niazione e ad aiutare 631

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