Volontà - anno VII - n.11 - 10 gennaio 1954

specifico, a lalo della vigilanza cwitro il ricrearsi di au1orità politiche, il promuo– vere e difendere la liberti'! per tutti ,li spe– rimentare le forme &ociali che a ciaacu11 paio11giusle, lmmcllerete nell'insieme i vo. ,.1ri propri 1c111a1ivi11elle ,•ostre pro1►rie tlirczioni, 11111 avendo c11r11 che anche tali ,·ostri tentalivi sinno mohcplici, ogni grup– po a 1110<10 suo, cd unico vincolo le libere c mutevoli intese tra i gruppi di,•ersi. Tullo queslo non significa però che « fo rivoluzione si dc,•c fare a vanvera », e che t< la rivoluzione risolverà i 11roblcmi del momento ». A parie il fono che è umori– s1ico o trngico nella situazione 11rcscnte dell'halia, parlare ,li « ri,·oluzione » come tl"una macchina che basta far scattare la messa in molo cd ecco va e fa. Ed ancor più parlarne tra gente come noi, che in pratica 11011 fa nulla. (Quanto alla distinzione tra « rivoluzio– uc » cd «evoluzione», a cui accenna V.S., ,•orrchbe un altro discorso. Ma è già cosi lungo). Problemi rndicnli i< ••• n ciclo mi!llico comune, a ltllte le i</eologie ( per cui da 11110 stato preesistente di perfezio11e l'uomo, ri$C(l/l(mdo la SUll na. 1ura co"otta, ritornerebbe alla $ua e$$enza primitiva) permea cli astrattismo concezio• 11i che !li dico110 po!!te · unicamente su 1111 piano !!peri'111errtale. Secomlo me il mirag– gio cli 1111a tmta11i1tì migliore, affidato al 1empo, porta l'irier:ia nel campo clell'azio- 11e (inerzia evitata dalle religioni con l'i. clea tli premio e cli ca5t1'go). Bantlo ad ogni itlea tli. evoluzione in me• glio, o completo di!!interessamento tlell'av– r-e11ire: clovrebbe og1111110 a1tc11ersi al pre• $e11teccl ugir esecam/o la propria co!lcien– :a .... )). G1rnhicri, agos10 1953. C.1•1. forse C. M. ,•uol dire: in 1>ra1ica in 11111c le itleologie <:'è implicirn l'ammissione di 11110 s1a10 primilivo di perfezione dell'uo– mo, di una sua caduta, di 1111 riscano 1>0&– sibile che ripor1eri1 l'unrnniti1 aJla condi– zione originale. Non ci pare csauo. Cristo e Rous.sciiu, ecco due esempi tipici che par le diano ragione. Ma q11a111i ri1rndiano pro- 1>rioalla radice l'idea (1►er inlcll(lerci) dd Paradi:;o Terrestre e della cadu1a e della 1·edcnzionc. Tuui, ad es. coloro che cre– dono nel Progresso, 1i1►ico l\larx che J>OSIU· la ad un certo 11111110 l'inizio della vera• Sloria-11111:ma, e frattanto 1111 cammino \'CUO 1111c) ll\OlllClllO « dcflni1ivo )). Noi (intendendo noi-dcl.grup1>0-di Volon. 1i1) non abbiamo uè la fede nel Paradi&o Terrestre nè ln fede nel Progresso. Vedia– mo l'uomo fnrsi umano senza divenirlo mai compiutamcutc, e c1ues10 suo farsi-umano crediamo accada per una necessità interio– re dell'uomo, perchè esso è com'è, non gii, per aderire a precetti od a volontil eslc• riori. Sa11piamo che non si sradicherà mai dall'uomo la bcs1io, poichè la nostra mac– china-per-vivere, da cui siamo inseparabili, è essa s1cssa Bestia. Ma tuttavia ercdiamo che moho cammino è 11os.sibile,anche su molte strade diverse, a condizione che si oontrasti nella pralica l'azione della volon. 1à-di-potere per cui 1'11110 comnnda o l'al– tro ubbidisce, poichè essa è il coll(lc11sa10 di tutti gli elementi negativi accumulati in ciascuno di noi dalle generazioni passate. Cioè, a differenza dei religiosi, crediamo nella boruà essenziale dell'uomo, abbiamo fiducia negli uomini e donne reali del no– stro tempo del nostro luogo, come modo e oondizio11e per a,•er fiducia in noi stessi. Ciò premesso, anche noi diciamo (e ci pare di concordare con C.lal.): occorre riu– scire a darsi urrn attività nel giorno presen• te, cos1ruirc ogni giorno ciò che possiamo d'avvenire, scn:~a lasciarci illudere che sinn vere le immagini d'avvenire che ci mostra seduccnli il nostro in1ellc110. Ma \•'è in questo proposito una ovvia necessità di ehiariflca:r,ione. Detto <'OSÌ, andrebbe bene ciò che fanno i pre1i i comunisti i fascisti, i quali tulli - <1uando 10110 in buona fc. de - credono di fare per il meglio. Occorre a nostro avviso aggiungere: fare giorno per giorno, in sè e col 1►roprio pros. simo, nelle nos1re comunilà reali - ma ri– fiutando tulli i mezzi che non siano in sè stessi già libcrt:I. Ciò che noi abbiamo già 609

RkJQdWJsaXNoZXIy