Volontà - anno VII - n.11 - 10 gennaio 1954

LETTERE DEI LETTORI E,·oluzione e non rfvoluzione « ... ripeto ancoro ww 11ofta, il mio ide11• le è l'tmarchi'Jmo ma non cretlo (li, &e,1❖ /ici della rivofo:.io11c. Le rivoill:ioni mm hanno mai apportato 1111110 di duraturo, 11/• fermava Ilari Ryner,.,. Cli mlflrchici di– cono: t1bolite lo SMto e 111110 si 11p1,ù111er,ì per il meglfo. Mi pare il r1'metlio di rm molfettese, Gnetano Calefati, il quale con il succo di 24 erbe avevo scoverto u,1 me. ,licinale che /acevtt fHl.mrre 11mi i. mali del mondo .... I re.Muori di « Jlolonui » SO$ten– go110 che non biJOgna fnre prognostici sul– l'(lvve11ire, la ri'volm:ione si deve fare a van– vera e sarà la ri i;oluzione steua che ri.sol– verù i ,,robkmi ciel momento. Domando ad 1111 ingegnere nal!nleJ ad e&., se si può co- · .,1r11ire umi nave a v<mvera, .senza un pro– getto. /,,a coMrw::ionc di 11n nuovo ambien– te !IOCialc è pilÌ difficile ,lella costruzione di una nave .... ». Molfetta, ottobre 1953. V. S. È ovviamente molto diffusa l'illusione che i( la ,•ostruzione di un nuovo ambiente 80• ci:de » sia un lavoro e/elfo SleS!l(I specie del• la « costruzione di una mn-e » in un'orfi. eina, o lii una ferrovia, o d'altro, se an• che moho più clirficile. Camliclo errore. Nessuno che laYori può meucre in dubbio la necessità di un 11iano studialo prelimi– narmente per produrre ciò che si ,•uole pro• durre. Ma non c'è nessuna analogia tra il piccolo gru1>po d'uomini - ingegneri, O· perai, impiegali - concordi attorno ad un proposi10 ben determinalo (fare una nave, o una casa, od una balleria di 1oeomotive, o una ~erie t!i automobili, ecc.), e l'immn• ne congerie degli uomini 11111i d'una • SO· rie1à » che si pone (lcbba essere mulata. l)ifaui li) non t1111iconcordano sulla necea– si1à di mutare, v'è chi è contento e chi no ddle cose come sono; b) nemmeno c<1n• cardano tra loro llllli coloro che vogliono innovare, chi con6da nella potenza crea– liva della azione umana libera e chi inve- 608 re ri1ienc indispensabile l'nutorit:I delle Guide, e chi 1>ensache bisogna partire dal– l'animo, chi dal pane, ('lii dnlle illCc e chi dai bisogni, chi ('retle nella lenta cYolu– zionc e rhi \'ede ine\•itabili crisi riYolu~.i(l• narie ccc., mille direzioni diYersc; 3) e lii fauo I:, soluzione che può essere buona per 1111 gru111>0 od una comuniti, non è det• to che sia buona 11er un altro grup1>0 od un'ahrn eomuni1à. Il problema del J>innificare è ormai sta• to discusso a fondo, e ciò che 11iù importa sperimcntflto a fondo; l)er i prolilemi della produzione e della distribuzione, Non tulle le specie di piani sono validi: lrnoni sono sohanlo i piani studiati dalla gente stessa cho dcYe eseguire il lavoro, e eon1rollali ndl'eseeuzione cd t'vcnlualmente modifira• ti J>Crvia dalla stessa gente che il la\'Oro realizza. Da qui il ripudio ormai chiaro, e non solo per anarchici, dcl1a burocratizza• zione del lavoro (piani che vengono da una Centrale-dei•1>iani, armala di una Centrale• e1atis1iea, atl (l))Cradi specialisti che di per sè sanno fare sohanto ))iani, che non 11ar• 1ecipano ai rischi della esecuzione e quin di non ne possono valutare gli insegnA• menti). Il problema della pi1111ificazioneso"i:,lc è anch'esso ormai sufficienlemente esami– nabile, sia in sede teorica che in sede !!.J>e• rimen1:ilc, J)er aYerc un'idc:i precisa abha• slanza della direzione in cui è efficace. La nascita e la morie dei soviet lo"ali e la 1111Sci1a e J'e..,oluzione dei Kolkos in Hus· sia; la T.V.A. americana; i tcntali\•i di a. grieohura di Stato (legli inglesi in Afri<'a cen1rale; le colte1tivi1à agricole di <'Crli ..,i). !aggi e la collettiYizzazione di certe indu– strie in Spagna negli anni riYoluzionari; le com11ni1àpalestinesi 11rima della cos1ituzio. ne dello Stato Israele e clopo. Ecco saggi da mecli1arc. Ed a noi 1>areche essi am, moniscano: gunrdaleYi dal 11reparare pia• ni, lasciate la via aperla alla 8Jlerimenta– zione sociale. Ci pare addirittura che dica– no: Yoi rinarchici pigliatevi come ('01lll>ilo

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