Volontà - anno VII - n.11 - 10 gennaio 1954

gcneo della sostanza cosmica all'e– terogeneo della forma umana, dall'i• stintivo e cieco al razionale e illu– minato, dall'inconscio al consapevo- 1c. Organizzarsi è « costruire neUa solidarietà )) e niente di quello che può essere la vratica di coloro che credono di risolvere tulto con «una» organizzazione. lo voglio riabilitare la parola «or• ganizzazione» bandita ingiustamente tla 1rnrccchi compagni, senza con ciò 1,;aclere ueUa ingenua faciloneria di certi organizzatori, nè suggerire ricetle magiche di organizzazione che è, anzitutto, organizz11zione (10- gica associazione) di idee e quindi organizzazione di opere messe in rap1>or10 con le idee e le opere al. trui. ~'la sempre e ovunque il pa– drone della volontìt deJI' individuo dev'essere l'individuo stf.sso. Questo ultimo chiarimento dovrebbe rispar. miarc qualsiasi utalinteso nei riguar– di della i( mia >, organizzazione indi– viduista, volontaria, anarchica, po– sitiva, cos1rut1iva. La mia tesi circa la dialettica so– ciologica cosi si può riassumere. La armonia tra ]'individuo singolo e l'insieme degli incli,·idui (la colletti• vità), che costituisce la società pro– priamente della, non è la fusione di due forze contrarie (positiva e nega– tiva), ma di due forze che sono ue– gative finchè restano isolate, e fon– dendosi clànno una unica forza po. , sitiva. Sono quindi « reciprocamente allirantisi ». Trm•o illesatto l'attri– buto (< contrario))' che è sinonimo di « anti1rntico », mentre l'attrazio– ne è un fenomeno di simpatia pro– priamenlc considerata. li (( rapporto anarchico >) è il ri– sultato di tale fenomeno di armoniz– zazione: su <1uesto rapJ)Orto si fon– dano ]' organizzazione interindivi– duale (<C individualismo armonico»), la societl, anarchica e il carattere pratico dell'ccindi,•idualista sociale». Ma al disopra del calcolo freddo e com1H1ssa10sta il sent.imcnto di so– lid~1rietà disinteressata, che è appun– to la sublimazione della necessità dell'interesse della solidarietà stes– sa. Perchè l'anarchia è anzitutto una realtà soggettiva relativa all'indivi- duo. V. ES PERO DOMANDA INGENUA Le regioni indus1rializzatc del J)ac;;e sono corse <la agila:doni epidemiche dei lavora. tori su cui J)CsaIn minaccia dei lic('nziame111i. Ed agli ossern1tori su1>erfil'iali par giuslO che i liecnziamcnli si focciano, d:11momcn10 che si è giunti 1>erlìno (a La S11ezia}all'as– ~urdo d'un Canlicre che! 1iene in 1tt:rmanenza 300/400 operai raggru111)atiin un ca1)annone oon l'online 11i non rar nulla, 1>e1· eYitrtre rtlmeno la ~pcrn dclh loro assicurazione contro gli infortuni. Nessuno s'accorge che in lt111ia il fo,;Orf/tore <foOCCO/Hll.o riceve 250/300 lire til giort10 per tre meJi e voi piii nulla. Se si J)ensasse :1 questo fouo, diYtntercbbe chiaro come abbia ragione l'operaio di di• fendere con le uni;hic con i denti il suo 1•osto.Si capirebbe l'aJ)parentemente irragioneyo]e rilìu10 di consentire ai licenziamenti necessari per l:i risistemazione delle industrie. Si vedrebbe che la chiave di volta della situuione 11011 sta in 11uella disperata di(esa-de)Ja. mi11cs1ra-quo1idiana ehe è il cosideno blocco ilei liccm:iamcnti, ma sia invece nella fe• roci11<lichi, imcdiato nei oomodi uffici del far politil'a non osa avvertire rhe occorre dare ai di.soccupati <111ar110 ba.sti t1lmerio per numgforc. Pcrchè toni, da Togliatti a La Pira, invece di pènsare ai disoccu1,a1i, pensano solo l'I for J)ermanerc occupati i lavoratori 11nchcdove 11011 sono in grado di produrre? 590

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