Volontà - anno VII - n.11 - 10 gennaio 1954

L'egoismo, come tutta l'energia (intesa anche fisicamente) ha il suo polo negativo e il suo polo positivo. Negativo è l'c< egoismo cieco », posi– tivo è (< l'egoismo .illuminato >1. Tan- 10 l'uno quanto l'allro sono forme di una s1essa sostanza. Sappiamo che un illellcrato e in– colto non è piii egoista ,li un coltissi– mo douore e viceversa. Si tratta cli distinguere 'le forme llositivc dalle negatiw (le buone dalle cat1ive, se si vuole). le << forme equivalenti >l dalle 1< forme differcnli >). Una for– ma non è <1uasi mai omogenea, nw eterogenea: <1ucsta è la cc forma nor– male >1 a mio parere . .Difatti non vi è (non vi può essere) un uomo to– talmente ignoranle (cieco nel senso di .:-;01>ra) o com1>lc1a1nente collo (il– luminalo nello stesso senso). Un eia– IO di fallo incontestabile (si intende, da chi non è 1otalmen1e chiuso da non ,·om1lrendnlo) è che« tutti sono o si:11110 11g1rnlmente egoisti )l, in q1rnnto lutti desideriamo, ,,og.liarno <:on 111110 il 11<>stros1>irito vivere o anche morire secondo eh<' ci sembra piì1 op1>ortuno al nostro bencssne. Quindi altro che distruggere l'egoi– smo, occorre « analizzarlo, purifi– carlo. illuminarlo, e in una parola, educarlo», proprio come la vita (e se si vuole, l'esistenza) va educata. Educare vuol dire nello stesso tempo << mi;:rliornrc e meltere nella possibi– li1(1di mi;:diorare )), L'egoismo va e– chwato con "l'egoismo e per l'egoi– smo, come la vita va educata con ]a vita e 1>cr fa vila. Perchè il fine dell'egoismo è l'e– goismo, come il fine della vita è la vi1a stessa. La vila porta con sè b sua ragion d'essere nell'a1timo che fogge e la travolge. Non ha (non può avere) .ihro sco1>0che 'lttcllo di vi- vere e di vivere sempre meglio. Del– l'egoismo noi.esaltiamo il lato positi– vo, come della vita csaltian10 ciò che a nostro giudizio è degno di essere vissuto, o meglio ci dii la gioia di Vi– vere e vivifica il nostro desiderio di vivere. Educai-si ed educare vuol di– re apprendere e insegnare come vi– vere, « come essere goisti >l. E sta lll)JlUlllO qui ·il punto cruciale. Il ra. moso << conosci te stesso)) CQlÙvale a <( conosci il tuo egoismo >l. L'jgno– ranza di se stesso o del 1>ro1nioegoi– smo, è ignoranza anche dell'egoismo degli allri, che sostanzialmente non è per 11icn1ediverso dal r•roprio. Sco– noscere le leggi della propria vi1a i.~ sconosccrc le leggi dell:1 vita ahrui. Il punto di parlenza e di arrivo è !òlcmpr<' e ovuru1ue I'« io», donde )a uni,,ersalitù e la s111>rc1nazi;, de1- I'« ego» (e quindi dell\·goismo) din. le1ticamente inteso. Morali1.zare, ci– vilizzare in senso positivo il pro1>rio mondo emo1ivo e istintivo è il com– pito dell'uomo, dell'cgoisla. Oall'i;,"11oranza, vero male in1ellct– tualc peggiore df'll'11manili1, deriva l'egoismo « lesivo >) e « nu1olcsivo )), ovvero che fa màlc agli altri e 1wr conse_!;uenza a !òlC stesso, o fa male a se stesso per far bene ad altri; tH'I prirno caso consc·iarnentc come lo sfruuatore in genere, inconsci,w1cnh• nel secondo caso come lo s[ruttato in– ;.::enerc. J1 primo "olon1aria111cn1e sfrutta gli altri, delcrmiuanclo 11110 s1a10 di cose, che può f>Crreazione causargli del male; il secondo si la– scia srrutlare volontariamen1e o si rnsse~na all'inelut1abili1ì1 (r, suo pa– rere) (li do"ere essere sfrullato. JI 1nimo crede al beneficio di sfruttarr, il S('Conclo al beneficio di essere sfrut– talo. L'egoismo cieli' uno e dcli' altro 581

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