Volontà - anno VII - n.9-10 - 15 dicembre 1953

pizio J>er raccogliere le nostre fou.e, iuizi:1re una larga e sistematica pro• puganda e prepararci per poter mettere a profitto gli eventi che maturano, oggi ,mcora noi restiamo impotenti ed inerti, pcrchè divisi cd indecisi sul da farsi. O, almeno, gli sforzi che già fanno tanti compagni dc,•oli sono au• cora impari al bisogno ed alle possibilità, e perciò noi, con <1uesto giornale, venian10 ad aggiungervi i nostri. Occorre indagare le ragione del nostro insuccesso, e portarvi rimedio. Certamente, grandi sono le forze che dobbiamo comhallcre ed abbattere, immensi i pregiud.izi che dobbiamo srudic:1re, le energie che dobbiamo scuo• terc; cd era naturale che le illusioni di ntf)idi, immcdfoti successi che ani. mavano i primi assertori dell'anarchismo si dilegunssero al contatto delle dure realtà della vita. Ma ollre i ritardi, le oscillazioni, gl'iusucccssi t•:1usa1i dalle fotuli lcn. tezze dell'evoluzione sociale, vi sono state, secondo noi, errori e ddicicnzc rn; ,st.re , che avrebbero poluto essere evitate se avessimo avuto una piì1 chi.i. ra concezione clella vfa da percorrere, mm pii, coerente atti,•ità, una mag:• giore resistenza contro le mille ,;au~ di de,•iazione. . Non inlendi:11110 in <1ucs10 primo articolo soslcncrc le ragioni del nostro ideale ~ d~I _no~tro metodo. ()ueslo sarà compito permanente del giornnlc. Qu, c1. l1~n•tcremo. ad affermare in termini generali quel r-l1e vogliamo e per <1uah vie lo voglinmo. Noi vogliamo la libertà, il benessere ed il massimo wiluppo possibile-, materi.ile morale cd inlellcttualc, di tutti gli esseri umani. Perciò vogliamo rlistruggere le ingiustizie, i privilegi. le ini<1uitl1, le OJ>flrcssioni sotto cui soggiacciono le masSt" diseredate; vogliamo distrugge. re lo s(rutlamcnto capitalis1ico ed il dominio statale; cd arrivar..; alla cosli• tuzione di una società che sia volontaria convi.,•enza dì uomini liberi, in cui ciascuno goda migliori condizioni consentite dallo staio de11e conoscenze umane, e concorra, nelle misure deUa sua CIIJ)acitit, allo sforzo comune Jh!r assicurare a tutti <111ellccondizioni. E per arrivare a questo credi:uuo nec•·s• sario, come condizione 1,rima cd in<lispcnsabilc, l'espropriazione, a vanl~i:,· gio di lulli, dei cleteutori del suolo e di tutlc le ricchezze esistentj, la di:iso• luzione degli Stati e la distruzione degli organisu1i politici che sono odgine e gnranzia dell'oppressione capitalisticn. È tqtta una grande, profonda rivoluzione morale e materiale che noi vogliamo de1erminare, e dobbiamo determinarla comb:iltendo e vincendo tulle le forze di consen•azione e di reazione: l'ignoranza e l'inerzia d,•ll1• masse, le menzogne dei preti e dei professori ufficiali, il denaro dei borghe– si, la violenza dei go,·erni. I l)rivilegiati hanno elaborato, attruverso i .secoli un complesso siskma d'inganni cd espedienti per r1sscn•ire i.I popolo ed ottenerne l'incosciente acquiescenza; ma, poichè <1ucsto non sarebbe bastato, han badato sopratut– to ad organizzare tm poderoso organismo ,li repressione, con soldati, poli. 521

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