Volontà - anno VII - n.9-10 - 15 dicembre 1953

morali, da cui non varranno certi a Iarci discendere i sofismi e le aslru• serie, con cui, per uno strano fenomeno di atavismo, ci sforziamo a volte di tormentare i nostri cervelli. 1 0, non ci priviamo di quello che è il meglio della nostra forza, che è il segno della nostra SUJ>eriorità; non diventiamo gli eviratori di noi stessi. Lasciamo che la borghesia s'impantani e muoia nel <.:uho dell'interesse in– dividuale: noi viviamo tolta quania ]a vila morale di cui siamo capaci. Alcuni compagni noslri, credendo, a torlo secondo noi, di lare, come dicono, del « positivismo scienti.fico» vorrebbero proscrivere (in leoria, si inlende) tutte <1uc1lc tendenze affettive, quei bisogni di simpatia, di disin– teresse, di solidarietà, cui si suol dare il nome di sentimenti. E si do1nan– dano: perchè l'uomo è w1, prodotto, tanto fisicamente quanto moral11umte, della selezione, donde mai potrebbe venir l'idea cli solidarietà, che è il sa– cri/izio del proprio interesse <tquel/,o degli altri? Questo se11time1tt.o è op– posto 11//a,conserv<tzio11e imm.ediat.a nella lott.11,per l 'esist.en: a, e non può esistere che ammettendo la creazione divina e la conservazione dell'uma– nità per opera de/l11,provvidenza. Prima d.i tutto si potrebbe rispondere a quei<< J)OSitivisti >>che il vero me1odo positivo, il solo che conduce sicuramente nHa scoperta della verità ed alla cost..ituzioue della scienza positiva, insegna che bisogna accettare i fatti per loro stessi, quando è provato che esistono, indipcndenlemcnl.e dalle spiegazioni che se ne possono o non se ne possono dare. fJ sentimento di solidarietZ,, lo spirito d'abnegazione e di sacrificio, sono cose che esistono e che hanno cscrcilato ed escrcilnno un'azione potemc nclJa storia umana: se la scienzn non a,•essc saputo spiegarli, tanto peggio per la scienza. Ma in realtà la scienza - anche <1uella pedanlcmenle darwiniana - 1n1ò spiegare benissimo il nascere e lo s,•i.lupparsi di quei sentimenti coi vantaggi ch'essi danno nella lotta per l'esis1cnza dell'individuo e della specie. Quegl'individui e <1uci gruppi che sono megHo dotati d'is1int.i sociali, di sentimenti altruistici, e che perciò s'uniscono, si associano, si feder:1110 tra loro, posi.a ogni altrn condizione llb'lrnle, vincono nella lolla per la vita e raggiungono il maggior progresso. Lo dimoslra nel suo comJ>lesso tutta la sloria umana, ed incomincia in oggi a dimostrarlo anche lo studio generale della biologia. E d'altra parie l'esistenza di quei senLimenli è la controprova delJa uti– liti, genernle e coslante dello spirito di soliclaric1i,, poichè in fondo il sen- 1iu1ento non è altro che un abito psichico, sorlo per una circostanza qual– siasi, con l'intervrnlo o senza del ragionamento, trasmesso e fissato dalJ'erc– di1:1, e diventalo una necessità, un modo di muoversi e di sentire, SJ>esso incosciente, del nostro essere morale. I sentimenti sono in certo modo i movimenti. riflessi della vila psichica, e coslituiscono il fondo del.l'essere morale, poichè sono le acquisizioni più antiche e quindi meglio fissate del– l'organismo senzit'nle e pensante. Noi non 1>otremmo negare o dislrug~ere i sentimenti senza negare o 505

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