Volontà - anno VII - n.9-10 - 15 dicembre 1953

Verrà il giorno, lo crediamo fermamente, in cui sarà possibile fare il bene degli uomini senza fare male nè a sè nè agli ahri; ma oggi questo è im– possibile. Anche il pili puro e dolce dei martiri, quegli che si farebbe tu– scinare al patibolo per il trionfo del bene, senza far resistenza, benedicendo i suoi persecutori come il Cristo della leggenda, anche lui farebbe del male. Oltre al male che larebbe a sè stesso, che 1u1rdeve contare <1ualche cosa, fa– rebbe s1>argere amare lacrime a tutti quelli che lo amassero. Si tratta admu1ue, sempre, in tutti gli atti della vita, di scegliere il mi– nimo male, di tentare di fare il meno male per la più grande sonuna di be– ne possibile. L·umanità si trascina penosamente sotto il peso del.la oppressione poli– tica ed economica; è abbrutita, degenerata, uccisa (e non sempre lenta– mente) dalla miseria, dalla schiavitù, dalla ignoranza e dai loro effetti. Per la difesa di questo stato di cose esistono potenti organizzazioni militari e poliziesche, le <1uali rispondono con la prigione, il patibolo ed il massacro ad ogni serio tentativo di cambiamento. Non vi sono mezzi pacifici, legali, per uscire da <1ue:,ta situazione; eJ è naturale ciò, perchC la legge è fatta 'CSllressamente dai privilegiati per la difesa dei propri privilegi. Contro Ja forza fisica che ci sbarra il cammino, non v"è per vincere che l'appello alla forza fisica, non v'è che la rivoluzione violenta. Evidentem<-nte la ri\'oluzione produrrà molte disgrazie, molte sofferen– ze; ma se anche ne producesse cento volte di pili, essa sarebbe sempre una benedizione in confronlo a (llUlnti dolori S'Oll causati oggi dalla cattiva CO• stituzione della società. Si sa che in w.ta sola battaglia si uccide pili gente che non nella pii1 sanguinosa delle rivoluzioni; si sanno i milioni di fanciulli che muoiono o– gni anno in tenera etil per mancanza di cure; si sanno i milioni di 1>roletari che muoiono pre1ua111ramente del male di miseria; si sa la vita rachitica, senza gioie e senza eperanze, che mena la immensa maggioranza degli nomi~ ni; si sa che anche i più ricchi e potenti sono me:no (elici di quanto potreb– bero esserlo in una società di eguali; si sa che questo stato di cose dura da tempo immemorabile. E ciò durerebbe indefinitamente, senza la rh•olu– zione; poichè solo una rivoluzione, che attacchi risolutamente il male alle radici. fHIÒ mettere una buona volta l'umanità sulla via del proprio be– nessere. Ben ,•enga adunque la rivoluzione; ogni giorno ch'ella tarda infligge alla umanità una massa enorme ·di solicrenzc (li pili. Affatichiamoci e lit– voriamo perchè essa avv("nga 1>rcsto e sia tale cli°e basti a finirl;t una volta per sempre con tutte le oppressioni e gli srruttamenti. È per amor degli uomini che siamo rh,oluzionari: e non è colpa n:>.'itra, se la storia ci costringe a (1uesta dolorosa necessità. Dunque 1>ernoi anarchici, o almeno (giacchè infine le parole sono con– venzionali) per coloro fra gli anarchici che la pensano come noi, ogni atto di propaganda o di realizzazione, con la parola o coi fatti, individuale o collet1i,•o, è buono quando serve ad avvicinare e facilitare la rivoluzione, 477

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