Volontà - anno VII - n.9-10 - 15 dicembre 1953

se uon v'è posto per il potere politico, questo, finchè esiste ed in mano a chiunque si trovi, si sforzerà di mantenere o di creare la divisione della so– cie1à in eia.si an1agonistiche. Il ragionamento dei socialisti somiglia a <Jucsto: quando non vi saranno pii1 guerre e ragioni di guerre, gli eserciti scompariranno; dum1ue ... risp,'?t– tiamo l'esercito e facciamoci militari noi slessi. E se poi l'esercilo, invece ,li rassegnarsi a scomparire, diventasse esso stesso, per conto proprio, un lan– tore di guerra? loi vogliamo, dfoono i socialisti, che il Governo stia iu mano del po– polo; noi vogliamo -.:la diuatura del proletariato ». Ma ci spiegate, di grazia, che cosa significa questa dillatura del prole– tariato? TI proletariato è l'immensa maggioranza, ht quasi totali1à della nazio– ne: esso non potrà esercitare direltameotc la dittatura e dovrà, mediante le eler.ioni, delegarla a dei dittatori. Ma diteci alla buon'ora che volete la re– publica democrisliana, a sufTraggio uni\,ersale, e ci capiremo meglio! La dittatura del prolc1ariato! Si J>Olrebhe forse capire la cosa, se i pro– leiari fossero tutti di un parere. Ma fra i proletarii vi sono i socialisli, vi sono gli anarchici, vi sono i repub1icaui e, ahimè! vi sono pure ed in gran mnggioranzn i clericali e gl'incoseienti. Come possono costoro esercitare una dittatura comune? O sperate che giungcri, un giorno io cui tulli i 1>rol('- 1arii llenseranno a un modo? O lliuttosto, questa dittatura del prole1ariato non sarebbe forse che un modo di dire dei socialisti per significare la dit1atura del loro 1)ar1i10? La cosa sarebbe allora piì1 intelligibile; ma ci converrebbe unto meno. ERRICO MALATESTA da • J.,'Agita:ionc • di Ancona, n. 37 del 25 no\·cmbre 1897. l' ANARCHISMO E' SCOMODO Pietro Quaroni, ambasciatore ccc., ha acrillo (su « JJ nuo"o Corriere della Sera•• del 21.X.1.1953) una nota di ricordi tu l\hchnò. Co~ ricordi, 10no del tipo di quelli della domcitit:a d1e ha perso Ja valigia: casi ttrcuamcntc pcr&onali. Tuuavia, gli ranno evo. tare al N>nlorno, e con cJtìcacia, l'ambiente dell'• anarchia conladina • per cui ti batte• vano i partigiani condoni da Machnò, e la 6g:ura di Machnò 11euo. Egli conclude, te• 11ualmen1e: • ... La rogioM mi porta a preferire quuta o quella forma di governo, mo, perchè non confessarlo, in fondo al mio G'Uorclune le mie $impatic sono umprc 11totc per l'onarcl,io. Mocl1nò era de.ttill4lo a fallire, lo $O; ma è tri11tc. t un nome, credo, pi,i che dimenticato: mo, chiuà, /orM! in Ruuia c'è ancoro della gente cl,c ,i ricorda di lui, come mc, co111mu punta di rimpianto•• Un altro uomo-dabbene che, &e ti J11ciH&e:i.mfarcsecondo il tuo cuilrC, aarebbc anar– chico. Come Arrigo Cajumi che una voha ei autodefinì • onarcl1icocon,ervatore ». Quanta brava gente sarebbe con noi, se l'anarchismo non los&e 1aoto tcomodo •.• (Le :il1rc ra– gioni IOn 1u11cfinte, per mettere in pace )a cotcicnu). 471

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