Volontà - anno VII - n.5 - 15 luglio 1953

que, sempre, ciascuno di noi lw ,,os• sibil.ità già concrete di ,,;ettersi al• l'opera, cominciaHdo in se stesso e nt>lle sue relazioni col prossimo a portar pietruzze alla costruzione del– l'edificio che si dice Umcmilà. .'ìr1p• pillmO che ncss11110 ,li noi nè ha nè ne può llvere un'idea che lo defirriscc, in m0</o certo. Sappiamo che forse non si fi,iirà mai di costruirlo, per– cl1è via vi<, se ne "'npliermmo le cli.• mc11sio1ti e le funzioni. llfo ve,liamo che esso sig11ifir.herà (e reC1lizzerù) SP11111re piti libertà (e <1ui,uli cctm• mino gioioso in uvanti} per 1.11tti, cioè per ciascuno la possibilità cli sce.t;lierc secondo il suo genio come <' con clii ed c, che op<'rttrc. Uomini come Einstein e Sclw:eit– zer, donne come llf~ntcssori (e qufln. ti altri nomi più vicini dirct.tumcn• te alle nostre vite a/fluiscono cfolfo memoria clell'anima) son prova vi– vente cli <Juesta possibilità, poichè hanno operato anche a grandi crea- :ioni sen:a mai farsi nè servi nè P"· clroni. Ognuno di 11oi conosce <11rnl– c11noche tale prova conferma con In sua vita. Se n.011 ci muoviamo, se ar– ceuiamo h, vùt più facile dtl sih•n– zio sotto il giogo ( e clic sia giogo nero o rosso, dell'Occidente o tl1•l– l'Orie11te, che muta?), è pcrchè non pensiamo abbastanza che il mondo è sempre stato e sempre sarà ,,cr gli uomini ci.ò che essi lum voluto e vor– rmmo eh<' .,in. La st.rada non la indica riessun ca• f(•chismo, non vi son preghierf> cl1P basti ripeterle per avere la salvezza, non 11westri sullll cui 1mrola basti giumre per procedere in verità. La strada è quella che gli mrarcl,ici ad– dit.11110 dn sempre: il giudizio perso– ,wle cli cÌllsctmo, quando ciascuno lo forma 11ell'es1wrie11z1i delle sue rela– zioni socinli, e le volontà che esso determi,w, I' le nzioni n cui in ch•fi· 11itivc, ciascww giunge qumulo vi giu11ge secondo se stesso ed il pros– simo .!Uo. CITAZIONE (( ... venoi scortato fino a1 secondo piano, passui attraverso due antica– mere, per trovarmi alfìne in una stanza enorme, con una enorme tavola nera, ccl in fondo a qttcsta tavola un piccolo uomo vestito di nero, seduto in una sedia enorme ... )). 1 Non è l'i111rodu1;ionc ad un inlcn•isla con il Duce. 11 giornalista inglese ho avuto l'alto ooore di C!IICrcricevuto do Togliaui, capo i1aliano del Partito Comunis1a. E l'ana• logia con Mussolini non s'arresta alla decorazione della sala di ricevimento. Toi;liatti parla della politica i1aliana in prima persona, come usava il Di11a1oredel vc11tennio. E la conclusione è quale può attendersi dal Grnll(lc Capo che fece inserire ool ,•oto dei !!UOi fedeli il Concordato nella Cos1ituzione 1Jella Repubblica l1aJi11na. Dice infatti Togliaui, quando il giornali!tll gli pone la questìone d'una everlluale parlecipazione di Nenni (no• late: di Nenni, non gii1del Parlito Socialista} al ~vcrno con Dc Cas1•cri: « ..... ,e Nenni .,i t1po&la a de&rra. ,'o t1alto t1opra la t111a te!lta e 1,'tl(lo 11ncora più a. de111ra di. lui •..• ,1. 1 <la una « lntcrvisla i·oa Toi;lianì" di R.H.S. Cro!Sm:m. ~u f\'p,v S1111e!lmtmami t\'a1ion. Londra, 27-Vl-1953. 271

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