Volontà - anno VII - n.5 - 15 luglio 1953

IL POPOLO E L' ARTE GIORGIO BRANOES scriveva nel 1908: ,< Mai un 'iclea filosofica, religiosa, poli1ica, mai una concezio. ne nè lUHl forma artistica è ,,enuta dalla foUa. Sempre essa proviene da un individuo; che, do1>0lunghi sfor– zi, ha comunicato alle masse il pro– prio modo di sentire e di pensare. Anche le pretese opere collettive, i cani i popolari ad esempio, non sono ~tali composti dalla folla. Esse ema– nano da un so1o, ed è soltanto pii1 l:trdi che sono rimaneggiate o per– fozionatc da altri individui su1>erior– mente dotati >1. ~.crivendo <1uestc righe il grande ,·r1tico danese si opponeva a <1uella p11r1icolarc forma di demolatria che consiste nell'attribuire alle Colle u– na specie di genio collettivo, ma non impostava in termini completi la questione della partecipazione del popolo alla creazione artistica. I r:11,porti tra il genio e le masse sono, in tale campo, complessi. Tan- 10 che mentre si può affermare l'es– senzialità dcli' opera personale, si 1n1ò al tempo stesso riconoscere che la creazione individuale è intima– mente connessa con la lradizione e ron i sentimenti, le idee, le aspira– zioni e i gusti del popolo. Mi )!are avesse ragione il Saint– Beuve di scrivere, a pro1>osito del– l'Odissea (art. su Oniero del 1845): « Un poema che, letto senza pre– venzione, produce su dei giudici de– licati, su degli amatori esperti e sen- 252 sibili, un tale effetto d'interesse gra. dua10, d 1 azionc successiva e di ma– gnifica compiutezza, attesterà SCUI· pre, checchè ne possa dire, e ad ec– cezione del.le parti più o meno ac– cessorie, la mano ed il genio prin– cipale di un solo )>. Ma pur consen– tendo al giudizio del Saint-Deuve si può considerare una delle tante intuizioni geniali di Gian Battista Vico <1nella espressa in questo afori– sma: (< Se i popoli della Grecia han– no tanto discusso suJla patria di O– mero; se <1uasi tutti lo vollero per concittadino, è perchè i popoli gre– ci furono essi stessi <1uesto Omrro». A chiarire il sib'ltificato di questa affermazione giova richiamare que– ste .]ummose veritì1 espresse da E– merson: << Ogni maestro ha trovato radu– nati i propri materiali, e la poten– za sua è consistita nella simpati3 con il suo popolo, e nell'amore a' materiali con i quali lavorava. Qua– le economia di forza! e <1ualecom– f>Cnsoalla brevità clclla vita! Tutto è lù, a portata della sua mano ... Uo. mini, azioni, poeti, artigiani, don– ne, tutti hanno lavorato per lui, ed egli enlra nell'opera di tutti ... Si direbbe quasi che la grande poten– za geniale 11011 consistesse affatto nell'essere originale, ma in una per– fotta comprensività; nel lasci3.r fare tutto al mondo, nel sopportare che lo spirito dell'ora passi senza osta– colo a tra,,erso al pensiero ».

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