Volontà - anno VII - n.5 - 15 luglio 1953

UN SOLDO DI SPERANZA? Carissima Gio, 1 auua, In questa valle di fogrime - nella quale, ~t dire il vero, ognuno (li noi cer•·a <li rimanere pii1 a lungo che sia possibile - noj non ab. biamo modo di scegliere fra il bene e il male. Possiamo solamente scegliere fra il male:, il peggio, il f()iù peggio e il massimo clel peggio. Finchè «·i occupiamo degli affari nostri individuali, possiamo ripetere fOn l'ermellino: « piuttosto morire che sporcarsi ». Non appena ci mescoliamo con la folla Che fa politica, dobbiamo asJ>ettarci di es– sere inzaccherati e peggio. Durante la seconda guerra mondiale - per non risalire più lon– tano - preferii Roosevelt e.Churchill a Mussolini e a Hitler, pur non mancamlo di rilevare, anche pubb1icamerite, che ess~ prep.ira– vano un dopo guerra poco diverlente. Ma tutto compreso, questo dopo .guerra non è così s,·.eUerato come queJlo che sareihbe succeduto alla villoria di Hitler e di Mussolini. Ecco perrhè non mi pento cli {Juel che pensai e dissi durante quel disastro. Gli anarcl.1ici, almeno quelli che \'lve\•ano t ·o1.ne me negli S1ati Uniti, non dovevano pensarla diversamente eia me. Infatti, senza mai aclerire esplicitamente alla IJ)Olitica cli Roosevelt e Churchill, e pur ri– petendo le abitua.li riserve generi~he contro ogni guerra e contro ogni il1usione sul dopoguerra e contro ogni società borghese, si astennero tla qualunque campagna attiva contro quello sforzo ,nilitare che av– veniva per abbattere il nazi.smo e il fascismo. Oggi, in llalia, Ja situazione non è così tragira f'ome era allora 235

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