Volontà - anno VII - n.3 - 15 aprile 1953

nizzarlo e dando alla storia che di eS!ìoci è reslata. un ,,alore su1>eriore a ciuella delle altre raccolte di parole umane. da: Corre11pontl1mce di E. RccluJ, Voi. li, Parigi 1911 te1ter11 a Ric/wrd 1/e(ll/,. L:m:r•Je~•Uaini!, 28,7-1881 JJDgg. 330,331 2 SOLIDARIETA' Non bash1 lasciare passare la corrente, bisogna associarvisi nel nosLro miglior modo possibile, collaborare alla grande opera. Ma, si osserverà, se voi non lasciate libero corso agli avvenimenti, se voi tentate di intervenire con la ,,ostra volontà infinitesimale nell'immen– so Javoro del.le cose, è dunque con la violenza che avete la pretesa di in .. tervcnire? Ebbene, no! Nel.la lotta vitale tra le specie che si conlendono j] posto sulla terra, io vedo due modi di lotta ben distinte, quella della violenza 1,ersonale, quella della difesa collettiva. Nel mio giardino ne ho visto ancora un esempio oggi. Un gatto si introduce furtivamente nelle erbe, salta su un uccellino e lo afferra alla gola. Immediatamente il padre e la madre del piccolo uccello si precipitano sul gatto, con le ali spiegate. Non erano che due merli ed il gatto avrebbe potuto mangiarseli; ma questi animnli il cui amore era piì1 violento della fame, (ecero paura al gatto che lasciò l'uccellino e fuggi alla chetichel.la! Con la solidarietà i due uc– celli avevano vinto la bestia selvaggia. E: quello che noi vogliamo lare. A tutte le violenze personali, noi vogliamo opporre la ,,olontà coerente di tutti coloro che si lascierebbero opprimere. Il mio ideale è quell'albero della Ca/rcrie, dove sono annidati migliaia di uccelli, i « repubblicani », felici e coscienti del.la loro forza, che guat'dano senza paura l'avvoltoio che volteggia nel.l'aria al di sopra della loro città. 1 0n abbiamo bisogno di paclroni: non è una ,•olontà esteriore alla nostra che ci fa rimanere nella stessa comunità, è la coscienza della nostra solidarieti1 con tutti. Siamo utili ai nostri frateUi, ed i nostri fratelli ci sono utili. Ciascuno di noi è }i. bero, e la città intera è libera per 01>era nostra. · Questa solidarietà noi vogliamo estenderla a tutti gli uomini, sapendo in un modo positivo, grazie alla geografia e alla statistica, che le risorse delJa terra sono ampiamente sufficienti perchè tulti abbiano da mangiare. Quel.la pretesa legge secondo la quale gli uomini debbono mangiarsi reci– procamente, non è giustificata dall'osservazione . ... Ma, per fare appello al Gind.ice Eterno, così come voi m'invitate, per mostrare l'esempio del « Figlio dell'uomo » o di Budda, bisognerebbe credervi, ed anche se io vi credessi personalmente, bisognerebbe che la so– cietà vi credesse. Essa non vi crede più, ed oggi non è che una tradizione, una routine senza forza, un dogma mummificato. t vero che uomini buoni e grandi hanno attinto alla religione ed ai 150

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