Volontà - anno VII - n.3 - 15 aprile 1953

riconoscimento di servizi prestati non alla società vera a sè considerata mli'. piuttosto alla Società quale )a considera e delimita Jo Stato. Però, molti de– gli argomenti di chi vi s'è opposto sono altrettanto poco congratulabili: troppo spesso vi spira una cert'aria di piccola-chiesa, tutl'altro che gradita, peggiore forse di tutte le « knightoods ». E, infine, v'è nel mondo di oggi argomenti ben più gravi di cui occuparsi: questo è, purtroppo, Ja ragione 1ncmincnte che induce a mettere da parte la discussione. Herbert Read ha conclusa la sua dichiarazione dicendo: « qualunque sia la reazione dei miei compagni alla decisione che ho preso, la mia con– dotln non sarù mai io dubbio. Le mie convinzioni non sono mutate e non muteranno. Considero la guerra la waJedizione dell'umanità, ed i governi come strumenti deUa guerra. E lavorerò sempre per l'abolizione di quelle istituzioni sociali ed economiche che escludono l'amarsi e J>romuovono l'odio». Prendiaruone atto. Secondo noi egli ha sbagliato in questa occasione. Chi intende combattere contro le istituzioni toglie efficacità al suo lavoro– nel momento in cui accetta di essere egli stesso « ingranato» in queste isti– tuzioni. L'atteggiamento di H. R. quando ha scelto di divenire «sir» si può capire ponendosi nel un certo livelJo di comprensione sopratutto in– tellettuule: ma la gente semplice che ragiona sopratutto col buon senso dif– ficilmente può rendersi conto che sia valido questo paradosso d'un anarchico, insignito d'un titolo dalla Regina del suo paese. Mentre avrebbe ca1lito certamente tutlo il significato ed iJ valore che avrebbe avuto il rifiuto di tale onorificenza. Ed il buon senso, che è assai piì1 comprensi"o dell'intel– lettualismo, ha ragione. Ciò non toglie che sappiamo d'essere tutti soggetti a sbagliare. Perciò, senza farci. anche noi giudici, siamo lieti comunque che Herbert Rcad con– tinui a sentirsi con noi, continui a dirsi anarchico, nonoslnnle il « sir » e gli auguriamo che l'infozione del titolo non avveleni l'avvenire delle sue– attività sociali. V. ASSERVIMENTO Le cHe edi1rici vanno a g1.ra p('r aenirc i nuovi padroni. L'cdicore Mondadori di MilaM preaen1• t1t1•1oghi per le f,ibrerie cu.t1olicf1e, la più impor1ank catu editrice di proiezioni scolutich~ ha pubblicalo un corAO complc10 di S1orfo della Cliie,a per le 1JCuole elementari e medie che è veramenlc un unio del rispctlo d1e i canolici hanno per la 1torio. Per rendersene conto baina legge.re queala presentazione di M. Lutero: « Cliiamò inlorno a sè IUrbe /unatìc/re di giovinaslri, di genie dissolut,i e ignorunte ..• Mnrì 11 62 anni ìn segu,'lo acl un11 imligestior1c., alcuni credono ancl1e ubbriaco, poichj per fnr tacere i rimorsi delfo. coscien:a s, era dato alla crapula e al turpiloquio ... Un} Jrntc empio e,l aposta1a, un frequentatore delle taverne e delle gouoviglie, un buffon,J tri11inle cl1e sotto il borioio preteito di ri/ormare la cl1iesa le portò v1'amilioni di anim~ invece delle prove di 1anti1à e dei miracoli non seppe dare altro cl1e il liber1inaggio~ la di.Kordia, la ribellione, la crudeltà e le malua&1·tà più socrile111e •· 148

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