Volontà - anno VI - n.10-11 - 15 dicembre 1952

mouwnto è il 2 agosto 191'1, fiui::.io clella 1,rimr1 guerra mondiale. 1./affcrma;:;ionc suona dogmalicll. Esst1richiederebbe molti e lunghi t1r• ,;omenti. Mi limiterò qui (I(/ 11110, che cercherò di ric,ssumerc <licemlo che fo prima guerra mondicile stron– cò la sofo•crcdct1:.a che cwcsse succc• d,ao in Europa al decmlere elci/a fede religi-0sa, e cioè la crcclen;:;u nel. pro• gresso dell'umanità. Questo 11011 nel– lo spirito ,legl'intellelluali, i qm,li già da almeno trenl'a,wi uvcvcmo in 1Jario mcx.lo mJt1erlito la crisi, ma nel– la coscienza ciel gran 111m1cro, cioè delle masse coinvolte nell'evento, che è q1w11toe/ire la societcÌ lrlflll j,i. tcr11 e nel suo insieme. Ltt cr<.,.-denZ(t riel progresso la si fa s,-,esso coinciclcre con /a, /eele nella scicnZ(t e nelh, ragione. Om, mi pan• chitlro che h, volontlÌ di co11oscc11::.11 e ,li mgio11c 110n impliciti ,iecess,,– riameme fede nel progresso. La fede 1tel progresso dell'um<mità era mah•• rùlla di un /<>rmcnto i11dubbi<rme11tt> religioso, m>/h, misurti SICSS<I i11 cui la r11giom' ,-. la scic11::.t1che h, SO• st<>ncvcmo i11tcndPv11110divenire so• cfo/mcnte f<•corulc, sostituirsi cioè <li pieno diritto e <t fondo alfo f,m::.io,w della fede religiosa e t11l'opem delle Chiese. Quel. che c'era ,/i. religioso, cioè di, 11011 provato e non p11mme11- te n,::.io,wle, 111<1 fortemente cred1t10, nell'idea del progresso dell'1tt11a11ità per opera dell'uomo stesso, lo si può formultrre ,1ice11do che essa compor• lnva h, fitlucit, che fra l'ordi,1c elci/e cose e le spera11::.c dell'uomo esiste u11.'t1rmo11Ìll prcstnbililll, e/te /.'11110 e I.e ftltre sono pttrt.e ,lel medesimo pro• cesso d'cvofo::.ione, e che insomma la storia ,wturalc e la storia 1m1tuw SO• uo solidali l'una dell'altm, prOC<"do- 554 110 ,wcessuriame11tc tfftccortlo. sono a11::.i ima re<tltti ,mica le cui leggi sono q,wlle che fo ragione sperimentatrice scopre e che fo rllgio11e prntica deve S(lper imporre. Quest!I fede non err, necessarie,.• meme ottimista. Essll i,ulicm;a piut– tosto un. dovere assoluto: il dovere che l'uomo agisse sccom/o di csst1, cl1e era /.'1111ict1 verità c1pp11rs" do– po che la verità cristimw era di.– tJCt1tt1taprimt1 dubbia e poi cl1iara• mente i11efficuce. I.Ai crc<len::.a 110n e• rn c/,e le c-0se mufosscro i,ieviwbil– menre ,li bene iu meglio, mr, che 1101l c·crcr 11cssu11 limite prestabilito al mi– gliommento mon,lc e nrnlerfolc della cotl(/i:;ione umruw. Co11fli110,dolore e mo/e enmo i11cviwbili, 11w contro di essi l'ultimu isum::tt "PP"rteneva allt1 vo/o111àcrccurice dell'uomo. Vol• t<1irc irrideva alla />rovvidc11::.c,, ma co11divitlei;c, co11 Mo:c,rt l'c11tusiasm.o per una tale visione esscn::.ittlmcnte gioiosa. Leopardi male,liccva la Na– tum mr1trig11<1 e dcteslfwtt fideu del progrc/lso, 11111 proprio ne/ dolore 1111ì– cers<1/e trovtwtt lt, twrm,, di 1111 • u11i– vcrsule allccm:11 e/egli. uomini co11- tro i/. ,,u,le com,me: fo 11ostulgitrdel– le forti e ft11tivc ilpCrft11;:.1• è il limite del suo pessimismo. Or, 1111esw fede nc/1.'operositti vitto• riost1 cieli.' uomo nncquc fo democra– zia mcxlerm,, e su <Jllt>Sllt fede dive- 11111tt volontà religiosa ,li pa/i11ge11csi si fomlò il socitt/Umo. Quel sociali– smo - bisogrrn pur ricord<lrlo e ri– J>etcrlo - che 11011 usci. tutto armato dnlfo tesla di Carlo Marx, ma fu pri• 11111 di tulto fede e sperm1:11 di umili, 1rnl<1tfollt, soffcre11:tl degli umili q,rnmlo, insieme tllle leggi di ferro dcll'et(Ì. i11dus1riflle, giunse agli umi– li fo buona 11ovcllll che l'ordine so– ciale 11011 era t1è etcrrw 11è divino, ma

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