Volontà - anno VI - n.10-11 - 15 dicembre 1952

La 1>ersorrnli1àdi Tols1oi non sia nella sua fede, ma nella logica asso– luta cou cui ne lira le conseguenze flratiche. Se la fede non !HtÒ essere una de– duzione della ragione, può, però cs..--erccous1a1a1a solo dalla ragione. Ciò cl1e dì1 un significalo al.la vita non deve essere in contraddizione neppure con una sola manifestazio– ne possi\>ile dei ra1>por1i reali della vita umana. S0110 <111eslo as1>c1to, ]a Cede di Tolstoi è razionalista, cd è pro1>rio nel suo razionalismo estre- 100 che si esprime l'onesli1 e la se– rie1:1 della sua fet1e mistica. La violenza è ncfosla: ceco una veriti1 del 1u110 sogge11iva che non può essere dimostrata da nessuna scienza logica. È una vcrilìi di fede. Tol~toì ha !rovaio <1uesta verità da– vanli al suicidio. Fa p;1rte integran– lC di quel dio clic lo la vi\'cre e che gl'i1111>edisce di suicidarsi. Tolstoi non accetta <1uesta \'erit;'t 1>erchè l'ha tro\•ata nel vangelo; è piuttosto la sua fede che egli ha lr0\'310 con lo aiulo delle 1>arolc che nbbiamo ci– tato di Gesù, mentre ne rcs1,iuge al– tre che gJi sembrano insignifiean1i. A <1ucs10punto incomincia il razio. nalismo di Tols1oi che è direlto ver– so la vila l)ratica. St> h, violenut è 1m m(lh•. l"g:li di– ce, ,h•v·,,ssere s1'mprc ,,,, 11ud,•. Essa è un 1nale ancl1c nel c,,so in cui è 1ollera1a o ordinata dalla legge: poì– chè 11111ele leggi sono mantcnule con In forza, le leggi non hanno mo• tivo di esistere. /.,,, leggi, egli dice, sono <fogli or• di11i.imposri da uomini che luumo in mano fo viole11u1 orgm1i::;::;ata e che sono 11w11ren11te con. la bru.talità, co11 fo priv(l::;ione <le/le, /iberrà e con fo morre. 592 Lo stato, che è un aggnq>pamen– to di violenza organizzata, è imJ)OS• sibilc in una società evangelic:i. Nel– lo s1esso modo è im1>ossibile la Ch ie– sa cl1t> è un'organizz3zione bi1sa1a sul JlOlert> degli uomini e che J)re– temle poggiarsi su una religione che è 1,ro1>riamcnte la negazione ,li <1uc~ Slo potere. Se la violenza è dannosa, lu pro- 11rie1Z1della terra che obbliga gli uomini a la\'orare 1>er il profi110 di altri, è ugualmenle d:mnos.!I. Ed 1m sistema industri3le che obbliga le masse a fare un lavoro malsano, j>C• ricoloso a pro di un lusso maleriale e spiri11rnle di una minoranz:1 è in. conce1>ibile con la fede contenula nelle parole di Gesì1. E <1ueslo lusso cl1e si nutre del sangue degli altri, è un deli110, ;rnchc se si tr.:11ta di un lusso spirituale. Jn questo modo Tolstoi giunµ:e dal– la negazione della violenza i,ll,1 ne– gazione dello st.110sotto 1u11c le for– me possibili, alla negazione di tul– le le is1i1uzio11ieconomiche fondate su un polere qualunque, alla n.ega– zione dcll'iudus1rialismo e per con– sc~ucnza della slessa civiltii. On10 che la liberlil degli uomini non sia nel 1>oterc nrn in dio che è \'Cri1i1,ogni liberazione che ~i serve dcll:i ,•iolenza non 1>uò raggiungere il suo sco1>0. L'11s1>irazionc alla ri– \'Oluzione im1,edisce, quindi, gli uo– mini di lrO\'are la giusta via per b loro liherazionc. La vi3 giusta, rngionevol(', logica e nello stesso 1ernpo in armonia con il significato stesso della vita t! la ri– nuncia a <11rnlsiasiviolenza ed il ri– fiuto di parteciparvi. Ho cercnto di es1>orre i principi che con1engono lutta la critica SO•

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