Volontà - anno VI - n.9 - 30 settembre 1952

l' ha,1,piegata i politici, cd ancora 11011. vede qua.si ucssuno che alla. violenza ed alla frode osi davvero, rinunciare. Allora verrà la nostra ora. Noi oggi non pqssiamo che dire i nostri auguri ai quei pochi «europeisti» che CO• nasciamo di cuore puro, pur gridando loro ad ogni passo: in guardia. Ma quando essi ritengano di aver vinto, allora comincerà il tempo della nostra, a:ione. Oggi siamo paralizzati. Il nemico è inafferrabile, è nel nostro com• pugno di lavoro, è nel nostro fratello, cui le macchine politiche disgregano le perso1uilità e diventano inaccessibili. ad ogni volontà di iniziativa libera. Ma domani ritroveremo il nostro terreno d'attività. Accadrà. allora che dal popolo sorgeranno - senza bisogno di program• mi, senza piani, senza ideologie organizzate - le magari anonime persone che preruleranno su di sè l'avvio delle azioni liberatrici, che spezzeranno con la forza il blocco omogeneo dei padroni politici sordi ad ogni altro ar• gomcnto. È co11,questo augurio e questa promessa che salutian10 l'Europa ,li domani, libera intesa di popoli, quale ci appare anche attraverso il buio presente, nella nostra aperta resistenza ai politici che ne deformano l'im• magine per i lor fini di predominio. V. PREPARATIVI DI GUERRA A Stra.sburgo. e ndlt" altre capitali della finzione che gli statisti cattolici e social, 1lcmocratici chiamano « Europa », si stanno organizzando altre macchine di comando so– pra e contro i 1>opoli: e JJCr quanto essi parlino tanto di pace, chiaro è che il motore vero di questi ambiziosi costrullori di gioghi C e rimane la prospelliva della guerra. Eisi magari non la vogliono, ma :ul ess.:i non osano vcnmellle rinunciare, dai quei cri;;tiani e pacifisti che si proclamano. Intan10, altri cd opJ)O&listrumcnti della stessa stupida volontà,irl\'olont:iria di guerra ,·cngon preparandosi nel campo opposto, in Russia e nelle varie pro1>azgini che qud governo alimenta nelle :rhrui nazioni. Anche in quel campo, forse, i capi stessi non vo• gliono la guerra: ma nemmeno essi - socialisti e quindi pacifisti qu:ili dicono e fan dire d'essere - hanno coraggio di rinunciare a 1)rCJl3r1tn•isi.Cosi si spiega il Congre11&0 prossimo (dopo unui anni!) del Partito di Stalin. Così si illuminano le cronache più 11rouime a noi. In Francia. perfino uomini assolutamente sicuri come Marthy sono o: pur– i:;ali », e clamoro~mcnte con tutto il rumore giornalistico necessario pcrchè la sorda gente comune intenda che veramente il PC si mette su una via di pace t"On la sua itlea del Fronte Nazionale. 011imo strumento di guerra giù oggi ed ancor più quando la guerra arrivi, Ed in Italia i grossi 1romboni sfiatati a cui il PC ha assegnato il ruolo di « utili idioti•• i vari Labriola e Nini ecc. tutti politici di profcMione, tilanno .•i <.licecercando di co11ituirc un « Partito Radiralc », rhc a,·ril tra noi la funzione del Fronte Nuionale francese, vis10 che tra noi parlare :incora cli Fronti 11011 è più eonsigliahilc. Intanto. i J>OJlO!i stanno sempre a guard:ire. Anzi. pare che non guardino nep11ure. t in gioco la 1&h·ezzao meno dell'umano piì1 essenziale. i\la che conta? La cronaca nera dei giornali, l'intonarumori della radio, i bei film, i concorsi di belfozza, cd il tifo .spor- 1ivo, cd il rituale canolieo o comunista, e la Si Bai: qu:m1e cose di cui occuparei. I po1•oti hanno, all'insegna dei tre I. giù 1rop1•amaleria per occuJ)are il loro pseudo-pensiero. (!\la guai <1uando si s,·e,-lieranno •..•). 487.

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