Volontà - anno VI - n.9 - 30 settembre 1952
litiche e 6Josofiche neU'Intcruazio– nul1·~ F'uccndo astrazione eia tutto lo s,•iluppo che avviene nel mondo del 11t•n--iero, degli avvenimenti che ne. compagnuno o che seguono la loua politica, tanto esteriore quamo inte– riore degli Stati, l'Internazionale non si occu1>eri1 pii1 che della questione economica? Essa farebbe deUa stati– slicu comparata, studierebbe le leggi della J)roduzione e del.la distribuzio– ne della ricchezza, si occuperebbe esclusivaruentc di regolare j sa]ari, formerebbe del.le società cooperative di C"redito mutuo, di consumo e di produzione, nei momenl i e nelle lo– calità o,•e simili creazioni fossero poi.sibili? Una simile astrazione, ci nfTrertia– mo n dirlo. è assolutamente, impos– sibile. Questa preoccupazione esclu– siva di interessi esclusivamente eco– nomici, sarebbe la morte per il pro– let11ria10. Certamente che la di(esa e !"organizzazione di questi intereui - questione di vit3 o di morte per esso - debbono eoslitnirc la base di tutln la sua azione reale. Ma non può arrestarsi là, senza rinuncinre all'11maniti1; e senza pure privarsi dl'lln forza i111ellet1uale e morale ne– ccssarin alln conquista dei suoi di– rit1i economici. f: cerio l'he nello slalo di miseria in cui è ridono at– tn:ilml'nle, In prim:i questione clic :cli ~i preSt'nta, è quella del ))8110 <1uo- 1idi:ino, del pnne per la famiglia; ma piit di tutte le classi 1nivilegiatc di o~gi. <'gli è un essere umano nel scn110pii, rompleto cli <1uesta parolR l' C"omc 1ale ha scie di digniti1, di $:"iustizia, di uguaglianza, di libcr1i1, d'umanità e di scienza,. ed egli in– ll'rulc conquistarf' tulio ciò contem– por:nw:unentl' al pi('no f!:Odimf'nlo clf'I prodolto inlf'gralt" <lf'I 11roprio la,•oro. Quindi, nuche se le questioni. politiche e filosofiche non fossero state neppure poste ueU'lntemazio– nale, sarebbero siate iunnancabiJ. mente posle dnl prole1ariato. 1 Perchè noi abbimno rcspi1110 c·ou energia ogni conni\'Cnzn cd allcuuza con la politica borghese anche la pili rndicale, si è preteso scioccamente o calunn.iosamcnte che, considerando soltanto il lato economico o male– riale della c1uestione sociale. era,•a. mo indifferenti alla grande <1ues1io– ne drlla liberti,, e rhe per ciò stesso ci mettevamo nelle file della rea– zione. Un delegalo tedesco aveva anzi osato dichiarare, a·I Coni;rcsso di Basilea, che chiuiu1ue non rico– nosce,•a, col progrurnma della de– mocrazia sociale tedesca, « che la conquisla dei dirilli politici era la condizione prel.hninare dell'emanci– pazione sociale ». - o in altre pa• role: che 1>cr liberure il proletaria. IO dalla tir:mnia cnpitalislica o bor• ;:: he.se, bisogrrn,•a prima allearsi II ta• J~ lirannia per fure O una riforma od una ri"oluzione politica, - era • scientemente od incoseicrllemente un allealo dei Cesari. Quei signori s'ingann:mo molto - c. « scientemente o incosciente– mente». si sforzano d'iognnnare il pubblico - sul nostro conto. Noi amiamo la liberti1 assai più che non !"amino; l'amiamo aJ punto di ,·o– lcrla complela e intera; noi ne vo– gliamo la reahà e non la finzione; ed è appunto r>cr ciò che respingia– mo assolutamente ogni alleanza hor– ghesa, essendo convinti che ogni li– bcr1ù conquistata con l'aiuto della politica hor~hesc, coi mezzi l' le ur- : Op. cit., pagg. 434 e tcg. 497
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