Volontà - anno VI - n.8 - 15 agosto 1952

furon mai), e alle 11 iniziava il In• voro di gruppo. Neo.suo leader - luni lo fu.rumo a lurno - lrasmodò mai im1,oneu– dosi autoritariamente: e resta il dub– bio che questo avvenisse perchè o.– gnuuo di noi aveva già una forma– zione abbastanza solida per opporsi a e,·entuali sopraffazioni; succede– rebbe la steua cou con gente il cui spirito critico va appena 11a!Cendo? Alle 12.30 ci riunivamo a pranzo. pOMiibiliuente mulando ogni volta di posto 1»erchè alla fine del cono o.– grumo avesse u•uto per suo dirim– pe1taio e suo ,·icino ciascuno degli nitri. Dullt• 15,30 ulle 17 i relatori rife. rivnno sui risuh11ti del ln"oro di gruppo: ogni gruppo, di sei o cin– que componenli, esamiua,•a la di– scussione ,wohasi in mattinala e prenden posizione sull'argo1uento. Nessun relatore sona1>pose mai la propria per.:ionalità a <1uelladegli al– tri. ed è interessante notare che ogni gruJlpO regolarmente trattò l'argo– mento da un 1mnto diverso da quel– lo degli altri. Dalle 17 alle 18 « tempo libf'ro •· chr neuuno trascorse mai isolando– si i dalle 18 alle 19 cinema o eserci– tazioni 1>ratiche (tutte molto inte– ressanti: quella che dopo l'ucolto di cerli dischi obbligan i presenti a dare un giudizio personale e preci!o. non costruilo basandosi !u vecchie leuure o sul linguaggio dei critici musicali; quella sulla pubhlici1à. ri– ,,olta alla identificazione degli ele– menti irruzionali su cui la pubbli– citù basa la sua suggestione: ele– mento erotico, sessuale, di insicurez– za. dell'au1ori1à scie111i6ca, dello snobismo ... e fu davvero significati– vo che alla fine risultasse i1t111le lliù 466 slacciato appello alle inibizioni ses– suali la pubblicità che il mono1lolio labacchi dello S1ato italiano (a J»er le sue sigarette!). Alle 19.30 cena: alle 21 giochi durante i quali si riden fino alle la– crime eppure ci si imJ»egnava colla massima serietà, perchè. lo sentiva– mo bene. anch ·eui servivano a muo– vere in modo dh•erso da quello usua– le le rotelle del cen•ello. Presi dentro codesto studi,11issimo re1icolo a poco a llOCO ,•edemmo gal– leggiare un 'isola utopica che ci iso– lava dal resto del mondo. d1e ci c11- rica,·a di emozioni sempre pili in– tense; per cui la sera dell'oddio era come se fossimo - lulli o •.1uAsi 1111- li - amici da,·,•ero da molti anni. E non si pote,•a meglio confermare che tutto è sbagliato nella strullura deUa attuale società nonchè degli strumenti che pretendono miglionr• la o modificarla, <1uantofacendo ron– statare che solo cosi. in <1uesta ,,ita in comune. si potenzia una solida– rietà. una possibilità di lavoro col– le1th·o senza annichilimento dell'in– dividuo. per cui tramite i problt•mi del mondo contem1•or11neo ~i affron– tano senz:1 precostituire soluzioni \'ecchie o comun<1ue negath·e. Resta un dubbio: ma non era una ,·ita tulla artificiale. <'Ode.:ita? Se non c"è chi paga <1uesta"acanza, come la si potrebbe rare? e poi. non è forse necessario che non &i tratti di una ,·acanza. ma di una ronsuetudine di vita? Comunitaria. inoltre; op1H1re collcuivista? Ma anche <1ue.stidubbi su cui continueremo a lavorare, a discutere, sono cvidentcmenle un ri– suhato positivo dei Corsi con resi– denza. ÙRLO Oocuo

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