Volontà - anno VI - n.8 - 15 agosto 1952

bere. La Chiesa regola tulli i moi atti sulla sua perenne tendenza ad assorbire quanto la circonda. Pro– fondamente con,,inta d"a,·er diritto a tutto, come unica rappresentan1e di Dio sulla lerra, non riconosce in teo– ria ahri diritti che non siano i suoi. Un modus vi,,emli con l("i sarebbe <1uindi sempre basato sulla sua ras– segnazione a rinunciare a ciò che le è im1)ossihile ottenere, impegno su– bordinato a numerose reslrizioni mcnlali. Sarebbe sempre ,1uindi nn modus ,·i,·endi diplomatico che una organizzazione libertaria mal potreb– be 11ccct1aree vigilare. Vinto e inde– bolito lo Stato, la Chiesn rimarreb– h<"sempre come tm perenne perico– lo d"un ritorno e d'un rafforzarsi del– lo S111to.Faremo allora come formo i boli:ce,,ichi che trasformano le cat– ttdrali in musei antireligiosi? ~o. Delle misure di <1uesto genere non solo sart>bbero contrarie ai nostri ,,rincipi di liberlà, ma ra1!presente• rebbero anche un grave pericolo. Posso sbagliarmi, ma credo che uno dei 1>tmti <lcboli dello stato bolsce– vico sia ap1mnto la religione. Il nrn– tcri11lismo marxista d"origine germa– nica mal si adatta alla mentaliti1 gc– ncrahnente mistica dei popoli sln,•i. Ora un simile schema imposto dal– l'alto non altraverso la propaganda, ma attra,·erso la compressione iìlata– le non può generarf" uno s1>irito di [ronda che. se non si manifes1a vio– lcntt>mente come le rivolte per fmr,c, cova però sotto la cenere e aspell.:> le occasioni. Quando i sacerdoti a\'cssero gU nessi diritti e gli stessi do\'f'ri di tut, ti gli altri cittadini, costituirebbero si sempre un esercito, e un esercito n,-wico, ma le armi per combatterlo non donebbero mai essere altre da quelle che egli sles.so impiegherebbe. Saremmo ben incapaci se, a parità di condizioni e di armi, non riuscis– simo a \'incere, col.la nostra opera di propaganda e di cultura, un nemico a cui abbiamo apportati tanti colpi nell'epoca della sua polem;a ! Sinchè esiste un cattolico, egli ha lliritto ad a,'ere la sua chiesa e a sentire la sua messa. La nostra bat– taglia non è contro i muri del tem– pio, m;--conlro i pregiudizi che si annidano nei cuori dei credenti. Torno a ripetere: distruggere le mà– nifestazioni materiali d'una religio– ne è una ,·ittori11 spicciai iva e faci– le, ma è solo apparente quando con quest"atto si sono forili nel cuore de. gli uomini dei sentimenli gelosi che s"inuspriscono e si fnnno pii1 angu– sti e piì1 settari sotto lfnclla ,•iolcn– ta cd esteriore soffocazione. Avremo ,·into da,·,·ero. s.apremo dav\fero con certezza d"a,·er ,,into, <1uando gli uo– mini guarderanno le nostre magnifi. che chiese italiane (dico nostre, dei crt.'dcnti e dei non credenti perchè sono un tesoro caro al cuore di tutli quelli che aurnno il bello) collo stes– so sentimento con cui noi l)ossiamo guardare ora il Parlcuone. Certamente, posta su questo terre• no, la lolla richiede un continuo sforzo interiore di superamento, ri• chiede all'esterno una preoccupazio– ne incessante per elevare sempre pii1 il tono della pro1>aganda, per aUar– gare i nostri orizzonti intelleuuali. Bisogna stare sempre all"erta perchè la nostra tolleranza libertaria non cada nell'indifferenza, nel rilassa• mento, cl1e sarebbe la nostra morte e la ,·ita del nemico. Sarà un lavoro pili difficile, ma sarà il solo che pos- 431

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