Volontà - anno VI - n.6 - 15 maggio 1952

WILLIAM GODWIN (1756-1836) NON SI PRECORRONO impunemente i tempi, e \V.illiam Goclwin ha pa. gato ai pregiudizi, al forrntismo, all"odio confessionale del suo tem1>0 un tributo che, 1>ur non essendo di galera e d'esilio, fu d'oslracismi feroci che nemmeno la 1.uorte 1>lacò, e che ancora si ritrovano nelle sentenze dei censori superficiali e degli av,•crsari poco scrupolosi. Vi1ti111a, 1>ochi anni appena dopo la pubblicazione della sua opera principale: Enquiry cou.cer– ning Politic(I/ J11stice ami its l,,f/11e11ce 011 Mornls c111d l1llppil1ess (1793), di un vero e proprio linciaggio morale, soffri la ruiscria lo scherno il vil.i– pcndio, si che non solo all'estero, nrn nell'Jnghiherra stessa rimase quasi sconosciuto al gran 1n1bblico, benchè ammiralo, amato, seguito da una piccola minoranza di uomini eccezionali, grandi nell'arte, nella lettera. tura, nella dottrina. I ipregiudizi e il fanatismo seguitano anche oggi ad agire, e giungono ad infiltrarsi perfino tra gli anarchici. Si sono infatti letti in questi ultimi 328

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