Volontà - anno VI - n.5 - 31 marzo 1952

vnenza chiamare pubblicamente J"attenzione de11c più aJte autor1ta spi– rituaJi sugli inconvenienti, molto gra,,i Jler le coscienze cristiane, che de– terminerà la inevitabile parteci1>azione del « Caudillo » nelle cerimonie dt>I Congresso. Per quanto sfa certo che Ja Santa messa, fin dalle sue origini. ha conosciuto 1a presenza di Giuda. Però, sopratu1to se il massa– cro dei Santi Innocenti continua, sarà Erode, con tutta la sua pompa e c-ov Je mani rosse di sangue fresco, che parteciperii alla cerimonia. Se la sopravvivenza dei regime di Franco costituisce un ostacolo per– manente per ogni politica di difesa àell'Occidente, i suoi metodi di ter– rore pongono una questione di coscienza che nessuno deve cercare di imiorare. Tutti coloro che stanno zitti, corrono il rischio di essere correspon ;;abili. JEAN PAUL SARTRE Siamo <1ui 1iuni1i per protestare C'Olltro la condanna a morte che pende su ll mditanti della Confoderazione ~~zìonalc del Lnvoro spa– gnola. Disgraziatamente, è troppo spesso che sfamo obbligati di protestare contro la preparazione di simili attentali sia in nome della libcrlà di idee o di stampa o brevemente della Jjbertà in sè. Questa volta, però, la cosa è piì1 grave, perchè mentre protestiamo in nome del valore di alcuni uomini in pericolo, è necessario anche che eleviamo una prolesta, at1raver50 di essi, a favore di una nazione intera, e non già per ri,•endicare il beneficio di alcune libertà. ma per quakhe cosa di pii:1 perentorio: per il diritto alla vita. I despola che detengono il potere in Spagna, lo detengo'no grazie alle armi straniere. I governanti aLtuali sono stati, durante ]a guerra mon– diale, amici incondizionati dei nazfsti, e dei fascisti; a giusto til.olo essi possono considerarsi gli eredi del fascismo . .Ma ciò che è ancora pili e\'i– dcute, più che nelJa Germania nazista alla quale l'industria della guerra diede una prosperi1à apparente, più che nell'Italia [ascista che nel 19:l8 raggilwse un indice di produzione elevata, è che i1 governo franchista non si ]imita soltanto a sfruttare il paese a beneficio di una infima mino– ranza, non solo decima il paese, non ,:;olo si accontenta di farlo a pezzi, ma lo rovina completamente. Se con(rontiamo le cifre della produzione agricola ed indus1riale degli anni. 1932/33 con le cifre attuali, ci sorprenderà di constatare l'enorme decadenza in atto. La fame endemica è diventata abituale nella Spagna franchista. Due– cento grammj di legnmi ogni quindicina, mezzo litro di olio Jlcr mese, 150 grammi di pane al giorno e così di seguilo. Questa miseria si riJ)er– cuotc più direttamente suJJ'infanzia: il 71 per cento dei bambini che [rc– <1uentano 1e scuole a Madrid sono tubercolosi. La disoccupazione, d'altra 234

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