Volontà - anno VI - n.5 - 31 marzo 1952

PA ESl REMOTI ATTRACCATO alLa banchina il piroscafo grave tende gli ormeggi. Le ci– miniere mandano larghe boccate di fumo, e sulla copert.a un bruli- cliio di punti neri che si agitano. A poppa: band-i.era rossa. Nel rigonfio del metallo un nome esotico. Qualche facchino ozfo con la giacca sulle spalle. - Parte? - Aspettww la barcaccina della milizia. Difatti, eccola agile, fra due bti/fi di scliiumu bianca. I militi in piedi. il commissari.o. Salgono. - Cosa ci vanno a fare? La visita pare di prammatica: una guardata nelle mtmiche a ver1to, nelle barche di salvataggio, e dopo una mezz'ora, riecroli scendere e il piroscafo incomincia la manovra. L'elica d<i il primo giro, la nave si muove lenta, lenta e si stacca .;;otto gli sguardi degli uomini restati a terra. Non porta danàestini. Gli uomini la vedono u,1cire dal porto, perdersi lontano. e non /wmro per essa il solito pensiero che provano sempre c1uando surla poppa sve11tola un'altra bandiera. Nascondersi a bordo a un << americmw )>, a un « francese >). a un << nor– vegese» è impossibile. Li i, militi si danno da fare: i,ulossm, 0 le tute. si calano nelle stive. cercano lungo le parer.i. penetrano in tutti i 11asco11digli, frugano fra il carbone, o qualche volta anche il gas adopra110. Per i carichi dell'U.R.S.S. la fatica è inutile. Forse perchè di tanto in tanto da quella medesima rotta q11alcllno ri– torna, e nello sguardo e nel viso. c'è tant.o sgomento: e quello che dice. tli uomini se 'lo ripetono increduli la sera nelle case· e si stringono come pe~ guardarsi da un pericolo lontano. 280 Così ho visto tornare Peduzzi. - Di dove vieni? - Dalla Russia. L'ho guardato: i capelli corti_ il 1,·iso bianco slavato. Le prime domande sono state a sbalzi, rapide. curiose.

RkJQdWJsaXNoZXIy