Volontà - anno VI - n.5 - 31 marzo 1952

cc/Hm1gm1cl, tu clw lm,ci qm,J s<>gno biti. Ci sei tu e qu(•t,li tJltri non ci son più n. Gli ahri ci sono ancora. La parie ('he s·è dileguata al 1,rimo 1< segno blì1 >) o scmpliccmcn1e all11 llrima minaccia, era la zavorra che ogni t'.'scr– ('ito porta con sf', nelle file e rwllo Slalo maggiore. J\'la la i.arie viva ciel popolo italiano non è staia IIÌ! uccisa, nl• nnnullata dal manganello. I!: st:1ta sconfitta, ma ha seguitato a \·iwn_' ed a vigilare. La (requenza delle con• danne, I.i catena ininterrotta clcllt• pc·rsccuzioni, hanno insf'gnato che la vanteria dei dominatori è stupida. b la storia della ascesa lascisla a! po– tere ci lia mostralo che non il mnuganr-ìlo ha ,·into. allora. ma la co'.lii. zione tra le bande armatr dei JlrOpric1a:-i P le forzp dello Stato. tra la vio– ln1za illegale e la legge. Ed ora basta! La lista potn•bbc continuare ancora. ma un element:ue rispetto alla sensibilità di chi legge consiglia di fermar11i. Forse queslo bre\·e elenco di versi ripugnanti <' sgran11na1icati non dirà nienlc al let1orc gio"anc, che di q11r-ilempi non ha memorie. Ma a noi d1f' abbiamo l'issulo quegli anni, ognuna di queMe J)arolc risuscita clinanzi agli oc·chi \'isioni di paesi saccheggiali, di case t.lislrutte, cli bimbi j)iangr-nti. Sono i canti del bastone, che lia im1)r-rato in Italia tanto tf'ntJ)O. La loro lontana eco, dw ci ha seguito ncllt~ vie dell'esilio a ricorclar<·i perenne– mente la vergogna di tutto un popolo. agisce come una sferza sulla 1)iaga sempre a1)erta: ci impedisce di abbandonarci alla facile 5lauchczza ed al– l'invitante scetticismo, e ci spinge a continuare la lotta. contro gli altri tutti d'o~•ni colore che con il baslone lutta,,ia s'illudono di 1)orler costi– tuire un loro stabile predominio. LUCE FABBRI UMORISTICA S"è scntiJo clie il famoso Brusadelfi (ricortlaJe? il Bru.$lldelli della grossiuima frode al fi,xo, ollre clic il Brusadelli dei librelti eroJici e delle dissiden:.e coniug11li) !,a man• dMo in giro una sua lettera circolare in cui accu.!la il Mini.suo Vanoni di non sapere o di non t'olere 1<us11re la gente mollo ricc11, di non prendere i quattrini dove ci sono. di ÙIJÌ$1Cre1uldo!l!IOalla eente minuta. ecc. Cose clie accadono in ltulia. euer,, 1111 Brwmdelli. agire come ieri. {lgirc rome oggi, eri enere JJre$o sul serio da qualc1mo. 275

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