Volontà - anno VI - n.5 - 31 marzo 1952

DEL LIBERO CONSENSO C J SI RIMPROVERA ancora una ..volta di mancare di chiarezza, ed accettiamo il rimprovno perchè $appiamo che la chiarezza nello scri– vere è cosa relativa, che non dipen– de tutla da chi scrive. A noi basta la coscienza di non scrivere con O• ~curità deliberata, e ci proponiamo qui sviluppare e ribadire alcuni con– cetti che forse esprimemmo Ja· pri– ma volta in forma troppo rapida e concisa. Che il lettore ed il critico però, da parte loro, non escludano almeno la possibilità di che quella mancanza di chiarezza che ci fu al• tribuita sia iJ risultato di una lettu– ra troppo affrettata, d'un'ignoranza di fonti e di esperienze, di metodi e d'orizzonti. Una filosofia tutta chia– ra potrebbe non essere altro che una filosofia tutta fatta, senza profondi– tà e scnz'avvcntura. Noi cesseremmo <li ~cdverc se la chiarezza che ci si domanda fosse quella che ,,iene <lai raffazzonare concetti già acquisiti c morti. Non vogliamo persuadere chi è già persuaso, nè lusingare l'intel– ligenza del Jeuore col dargli l'im– pressione che per lui non c'è nulla di oscuro, che quanto importa l'ha già tulio pensato, che non ha più nulla da <JUestionarc, da rivedere, da ,~orreggere o da indagare. Nel nostl'O articolo (( Anarchismo e autoritì1 )) ben sapevamo di non adoperare la parola (( autorità )) nel significato che ha (o che non ha) nel linguaggio comune. Per questo l'abbiamo definita. E perrhè, una volta definita, ostinarsi a lcggerb in una significato che noi non le diamo? Ogni pensiero filosofico fa sempre una certa violenza al significalo delle parole del linguaggio comune, ma questo è perchè nel linguaggio co– mune le parole non hanno signifi– cato preciso e il pensiero comune non è pensiero affatto. Si nutre di 1)arole e non d'idee, di segni e non di significati, e si bea nell'indcler– minatezza e nella confusione, nella convinzione che tutto è chiaro e spiegato, che tutte le menti sono u– guali e che ci si capisce henissin10 senza pensare. Ciononpertanto il compagno C. Z. ci dice che la noslra definizione è sommamente indeterminata. E' Lan– to determinata invece che ~ la si segue si può distinguere in ogni oc– casione ciò che è autorevole cla ciò .che non l'è, perchè dai moti della sua mente e del suo volere ognuno può scorgere, se se ne dà Ja pena, ciò che gli è effettivamente caro o spiritualmente superiore. Quando C. Z. dice che gli anarchici << cre– dono )) questo e quello non la che inchinarsi anche lui all'autoriti\ di ciò che gli è effettivamente C.tro e ·spiritm1lmcntc superiore. Logit·a– mente, se gli fosse tanto cara la « li- 261

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